Migranti in Italia su jet privati e charter: in due giorni arrivati 500 stagionali

Migranti in Italia su jet privati e charter: in due giorni arrivati 500 stagionali su jet privati e charter: in due giorni arrivati 500 stagionali
di Alessandra Spinelli
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Sabato 23 Maggio 2020, 12:19 - Ultimo aggiornamento: 24 Maggio, 08:36

Più che corridoi verdi, annunciati dal ministro Bellanova, si sono aperti corridoi blu, come il cielo.  I nuovi migranti arrivano in Italia infatti in charter o jet privati e sono gli stessi imprenditori italiani che li vanno a prendere in Africa o in altri Paesi europei. Si tratta dei cosiddetti stagionali, manodopera specializzata nell’agricoltura, e non di uomini e donne disperati in fuga dalle guerre e dalla miseria.

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D'altra parte l'agricoltura ha i suoi tempi e lo ricordano anche gli  storici braccianti del Sud, coordinati dal sindacato Usb, che ieri hanno organizzato uno sciopero della raccolta di frutta e verdura, chiedendo l’estensione della regolarizzazione di tutti gli invisibili che da anni  lavorano la terra, e non solo di quelli inclusi nel Decreto rilancio. Ma le braccia per la terra non bastano mai.



I NUMERI
Così dopo il jet privato inviato in Romania da Martin Foradori Hofstätter, vignaiolo alla guida della famosa cantina dell’Alto Adige, per far arrivare 12 provette potatrici, è stata la volta di imprenditori abruzzesi, veneti e lombardi. Ieri è atterrato a Pescara il primo volo charter Alba Star, organizzato da Confagricoltura Abruzzo, con l’arrivo di 124 operai agricoli del Marocco. L'arrivo è stato da vere star con applausi e sorrisi. Un altro volo arriverà oggi, con altrettanti lavoratori, e un terzo è programmato per i prossimi giorni, sempre con partenza da Casablanca: destinazione 40 aziende della piana del Fucino e una di Vicenza. Domani sono in arrivo a Milano Malpensa anche altre decine di lavoratori dal Marocco, questa volta destinati alle campagne del Nord Italia. A Roma sono inoltre giunti circa un centinaio di lavoratori indiani specializzati in agricoltura, destinati alle campagne della Pianura Padana. È questo il frutto - mai termine fu più azzeccato - del lavoro diplomatico di Confagricoltura, in particolare con le Ambasciate in Marocco e in India, che ha coinvolto anche la Farnesina e l’Ice. Già da marzo era stato chiesto al governo di far rientrare operai extracomunitari che da anni hanno un contratto di lavoro con le aziende italiane, in modo da far fronte alle esigenze di raccolta nei campi. Ma l’emergenza Coronavirus aveva cristallizzato tutto.

GLI ALTRI PAESI
Non dappertutto però. È infatti da aprile che voli charter portano stagionali agricoli specializzati dalla Romania alla Germania e alla Gran Bretagna, grazie ad accordi presi con i rispettivi governi. «In due mesi di intenso lavoro di relazioni istituzionali, - sottolinea il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti - con la collaborazione indispensabile delle nostre imprese siamo arrivati anche noi a questi risultati che ci permettono di far fronte, in parte, all’emergenza manodopera». Spiega Romano Magrini, responsabile lavoro della Coldiretti: «Le aziende agricole che assumono manodopera in Italia sono 220 mila. I lavoratori agricoli sono 1 milione e 200 mila: di questi, 1 milione e 50 mila sono a tempo determinato, cioè stagionali, mentre i restanti sono a tempo indeterminato. Sul totale dei lavoratori agricoli, circa 370 mila provengono da altri Paesi».


SPECIALIZZAZIONI
Ora gli stagionali dovranno affrontare un periodo di quarantena prima di poter cominciare a lavorare, anche se gli imprenditori cercheranno di far svolgere questo periodo di isolamento in maniera attiva, visto che il lavoro si svolge all’aria aperta e rispettando le distanze previste dalle direttive governative. Un problema in più sarà però garantire alloggi dove siano rispettate le norme di sicurezza sanitaria. «Gli imprenditori hanno pagato il volo 425 euro a bracciante, pur di avere manodopera specializzata – spiega Stefano Fabrizi, presidente di Confagricoltura Abruzzo - Si tratta di lavoratori che spesso da anni collaborano con questi imprenditori, che sanno utilizzare un mietitrebbia e hanno il patentino per i trattamenti, che sanno sopportare la stanchezza a piegar la schiena tutto il giorno “perché la terra è bassa” e che sa come potare e raccogliere i prodotti della terra». Come le potatrici romene per il prezioso Traminer dell’Alto Adige. «Da dieci anni sono sempre le stesse nella tenuta di Tarmeno - ha raccontato Foradori Hofstätter - senza di loro il futuro delle mie vigne sarebbe stato segnato. Gli italiani? Ho provato con la manodopera locale ma chi è stato ingaggiato ha mollato quasi subito: un lavoro troppo duro, e soprattutto impossibile senza le giuste competenze».

 


GLI ITALIANI
Eppure una richiesta di lavoro da parte degli italiani c’è stata. Anzi, sono stati 24 mila gli italiani che, attraverso vari siti dedicati ai lavori in ambito agricolo - il sito di Confagricoltura si chiama “Agrijob”, quello di Coldiretti si chiama “Jobincountry” - si sono resi disponibili da Nord a Sud. Molti sono le cosiddette vittime economiche del coronavirus: ex baristi, ex commesse, muratori, guide turistiche, ragazzi e ragazze che forse non hanno proprio dimestichezza con la terra ma che, pur di non restare a casa senza fare niente e senza soldi, si sono messi in gioco È quanto emerge ad esempio dagli iscritti al portale di web matching iolavoro.org/agricoltura, l’iniziativa della Regione Piemonte per sostenere le imprese del settore agricolo nel reclutamento di personale.
A meno di un mese dal lancio dell’iniziativa sono 1.312 le persone, la maggior parte under 39, che si sono candidate a lavorare nei campi. Ma quanto guadagna un operaio agricolo? Sul sito Jobbydoo ci si può fare un’idea: dai circa 800 euro per i part time ai 1.800 per quelli specializzati e con lavoro di responsabilità. Per dire, le famose potatrici romene guadagnano 15-18 euro l’ora.

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