Ci sono locali in zona, come questo bar, di dimensioni ridicole, circa 3 metri quadri, ed è ovvio che poi tutto si svolge sulla strada. «La normativa ci dice che il gestore del locale è responsabile di quanto accade antistante al suo locale, soprattutto quando non ha lo spazio sufficiente a contenere tutti gli avventori», spiega Salonia che non nasconde la «preoccupazione dei residenti» con l'avvicinarsi del weekend. «Se non era tollerabile prima, figuriamoci ora in emergenza sanitaria. Servono maggiori controlli, spesso assenti - denuncia il portavoce dei residenti del quartiere - Si continuano a dare licenze e aprono nuovi bar che non hanno nemmeno gli spazi fisici. Tutta l'area di Ponte Milvio si è trasformata in un grosso locale a cielo aperto di somministrazione bevande senza soluzione di continuità». Naturalmente non sono tutti uguali: ci sono gestori a Ponte Milvio che si comportanto in maniera rigorosa, rispettando le normative vigenti. «Comprendo a pieno le difficoltà arrecate dal lockdown, ma non si possono certo giustificare gli irresponsabili, non mi piace che si banalizzi il discorso colpevolizzando i giovani che hanno il diritto di divertirsi. Siamo noi adulti che dobbiamo proporgli un'offerta migliore. Siano gli stessi proprietari del locali a provvedere al rispetto delle regole, altrimenti è evidente che hanno oggettive responsabilità».
leggi anche
leggi Virus, la movida sicura. Cauda (Gemelli): «Vicini con la mascherina, le regole per i cocktail»
leggi anche Movida, la circolare del Viminale a questori e prefetti: «Allerta massima»
© RIPRODUZIONE RISERVATA