Una foto per "ghiacciare" il virus: è il tempo dell'immagine sul web

Una delle foto che partecipano alla piattaforma "The Covid-19 Visual Project. A Time of Distance"
di Leonardo Jattarelli
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Giovedì 21 Maggio 2020, 11:24
Attimi che ancora sembrano durare un’eternità. Sono quelli che fissano la quotidianità della pandemia quasi a volerla “ghiacciare”, ingessare come se con una foto si intendesse già costruire un album del passato, del già visto, del “non deve ripetersi” ma con un occhio all’attualità dell’oggi. Una sorta di continua allerta dello sguardo che limita spazi, ferma istanti ma vola, allo stesso tempo, al di là di ogni barriera. Anche oltre lo sguardo stesso.


Mai come in questo periodo di calma piatta e forzato immobilismo, si moltiplicano sul web finestre sulla fotografia: concorsi, inchieste, community di operatori del settore, lavori di videomaker, nuove piattaforme dove potersi confrontare attraverso l’immagine raccontando ciò che sta accadendo.
Su LifeFramer.com si può partecipare a Photography Competition; cliccando su PhMuseum.com si partecipa ad Inside, concorso tematico su famiglia, casa e Community. Nikon invece propone il Nikon Master Director come segno di solisarietà ai filmaker italiani in questo momento di pandemia. E ancora Photoplacegallery.com ha creato una piattaforma dove assemblare ritratti di videoisolamento mentre Spazio Ginko propone Ginko Raw Edition 2020, terza edizione del concorso europeo di fotografia.
E ora è online anche The Covid-19 Visual Project. A Time of Distance, piattaforma che propone di essere un archivio permanente in costante aggiornamento sulla pandemia da coronavirus e che, attraverso i linguaggi del visual narrative (foto, video, testi, suoni), ne documenta le conseguenze sulla vita di milioni persone nel mondo (tutte le foto pubblicate qui fanno parte di The Covid-19 Visual Project. A Time of Distance n.d.r.).
La piattaforma viene continuamente aggiornata fino a che non sarà trovato un vaccino per il Covid-19.

I contenuti sono organizzati in capitoli tematici, sviluppati attraverso progetti d’autore commissionati da Cortona On The Move. Fotografi e videomaker di fama mondiale, in Italia e nel mondo partecipano alla esposizione temporanea, a rotazione, di progetti indipendenti fotografici e video. Tra le altre, c’è una sezione dedicata alla comunicazione social e una a servizi giornalistici pubblicati sulla stampa internazionale.
«La linea narrativa principale - dicono gli organizzatori - è costituita dalle storie che fotografi e videomaker internazionali racconteranno su questo periodo di crisi, concentrandosi su temi come l’emergenza sanitaria, il contraccolpo economico, le conseguenze sociali e individuali. Progetti commissionati dal festival internazionale di visual narrative Cortona On The Move che, come operatore culturale, sente l’esigenza e allo stesso tempo la responsabilità di raccontare questo periodo storico che lascerà un segno indelebile nelle società contemporanee e future».

La visione parte dall’Italia per allargarsi al mondo. Online sulla piattaforma troviamo: Covid on Scene di Alex Majoli «un racconto dell’Italia da nord a sud durante il lockdown - spiegano i responsabili -. C’è il lavoro di Simon Norfolk ed Edoardo Delille che con Lost Capital e Silenzio indagano la bellezza in una Londra e una Firenze deserte; la prima parte di un ampio lavoro di Gideon Mendel che, ancora da Londra, narra i cambiamenti nella vita delle persone fuori e dentro casa; il progetti video Afuera, attraverso cui il visual artist Luis Cobelo getta da un terrazzo uno sguardo a 180 gradi sul lockdown di Barcellona; Sill air in cui Harsha Vadlamani rappresenta la fase di distanziamento personale in India; COndiVIDendo 19 di Mattia Crocetti: un progetto di ritratto collaborativo con italiani a casa durante il lockdown». E ancora Gabriele Galimberti che con Support Local Business avvia la riflessione sulle conseguenze economiche del Covid-19 attraverso le storie di rivincita dei negozi di prossimità; Next stop, in cui Daniele Ratti fotografa le autostrade e gli autogrill italiani svuotati dalla pandemia e sempre in Italia Mattia Balsamini e Raffaele Panizza raccontano le realtà del Made in Italy riconvertite in produzioni sanitarie e medicali per ovviare alle esigenze dell’emergenza sanitaria. Tra gli artisti che contribuiranno alla piattaforma nelle prossime settimane e nei prossimi mesi: Carolina Arantes (Francia), Nanna Heitmann (Russia) Jerome Sessini (Francia), Hahn&Hartung (Germania), Gaia Squarci (USA), Paolo Woods (Italia), Daniel Etter (Germania), Alba Zari (Italia), Mattia Crocetti (Italia), Mashid Mohadjerin (Belgio), Silvia Bigi (Italia), Michele Spatari (Sudafrica).


L’open call per i visual artist, che ha aperto il 18 maggio, è realizzata in partnership con LensCulture, una delle più grandi comunità online della fotografia contemporanea, allo scopo di raggiungere tanti luoghi del mondo.
Ma The COVID-19 Visual Project. A Time of Distance sarà un archivio composto non solo da immagini d’autore: «La pandemia da Covid-19 - si legge sul sito della piattaforma - è al centro dell’attenzione di milioni di cittadini e di decine di migliaia testate giornalistiche in tutto il mondo.

La piattaforma dedica spazio a questo universo narrativo attraverso due sezioni distinte: social network con immagini iconiche tratte da Instagram e Media con i servizi di rilievo usciti sulle testate internazionali. Per entrambe le sezioni i contenuti saranno selezionati e costantemente aggiornati». La fotografia come arte di “avvicinamento” all’attualità, quindi: citando un pensiero del grande Robert Capa: «Se le tue foto non sono abbastanza buone, non sei abbastanza vicino».
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