Vaticano, ecco come sanificare ambienti con opere d'arte senza rovinarle con prodotti sbagliati

Vaticano, ecco come sanificare ambienti con opere d'arte senza rovinarle con prodotti sbagliati
di Franca Giansoldati
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Mercoledì 20 Maggio 2020, 19:41

Città del Vaticano – Che detersivo usare? Meglio l'alcol, l'acqua ossigenata o la candeggina? Che fare davanti alle opere d'arte? In ogni caso preferibile non usare i condizionatori. Il Vaticano è preoccupato perchè la sanificazione dei locali e delle chiese deve evitare "danni irreversibili" alle opere spesso inestimabili presenti. L'appello arriva dal Pontificio Consiglio per la Cultura dopo la preoccupazione emersa a seguito della sanificazione, in alcuni casi, troppo violenta fatta su iniziativa della sindaca Raggi a Roma. 

«Sono pervenute da piu' parti segnalazioni che la disinfezione di ambienti, di paramenti e di vasi sacri per il culto, necessaria in questo periodo di emergenza sanitaria, e probabilmente ancora per lungo tempo, in alcuni casi e' stata effettuata mediante l'uso di detergenti non adatti a oggetti d'arte e beni culturali», riferisce una nota dello stesso Pontificio Consiglio che pubblica un vademecum che spiega dettagliatamente come trattare e con quali prodotti specifici le opere d'arte e i manufatti storici presenti in molte chiese. Tutto questo «per evitare di procurare danni irreversibili agli oggetti piu' preziosi e delicati presenti nelle nostre chiese». In ogni caso il Pontificio Consiglio per la Cultura raccomanda ai sacerdoti o ai responsabili delle chiese di rivolgersi, particolarmente nei casi piu' delicati, all'ufficio per i beni culturali della propria diocesi o alla competente soprintendenza statale.

In un vademecum il Vaticano spiega come fare la sanificazione manuale. Ogni ambiente dovrebbe essere deterso frequentemente con normali soluzioni detergenti acquose, «operazione preceduta, ma non sostituita, con rimozione del particolato con sistemi aspiranti muniti di filtri dato che la persistenza del covid sulle diverse superfici varia». Il virus - viene spiegato - può mantenere la propria azione virale su superfici di acciaio, alluminio, vetro, plastica, lattice, ceramica e teflon con periodi che variano da 2 ore a 6 giorni ad una temperatura di 21 gradi. 

Per ambienti e zone chiuse per più di 9 giorni non è necessaria una sanificazione vera ed è sufficiente una pulizia idonea all’ambiente ed al suo contenuto (opere d’arte, superfici di pregio, suppellettili artistiche, etc.).

Negli ambienti con arredi moderni è preferibile la detersione dei pavimenti ad umido. Ciò consente - si legge - di allontanare ogni traccia di sporco, grasso o polvere che ridurrebbe l’azione di ogni sanificante ambientale, sia esso utilizzato in forma diretta oppure in forma aerosol. Le pareti potrebbero essere sanificate con ipoclorito di sodio dallo 0.1% con tempo di azione 1 minuto.

 Il Vaticano raccomanda di non utilizzare i prodotti contenenti sodio ipoclorito per nebulizzazione o per irrorazione ma solo per detersione con panno e mai in ambienti in cui possono essere presenti opere d'arte. L’eventuale sviluppo di cloro sarebbe estremamente dannoso per i materiali costituenti le opere. 

Da evitare anche prodotti a bassa concentrazione di etanolo con sali di ammonio quaternari poiché poco efficaci. Inoltre il cloruro di benzalconio, se assorbito all’interno dei materiali non evaporando, protrae la sua azione tensioattiva nel tempo favorendo la bagnabilità dei manufatti e predisponendoli al degrado. 

Anche l’alcool etilico non è utilizzabile su tutte le superfici e su tutti gli arredi e manufatti artistici. 

Quanto ai sistemi automatici di nebulizzazione di prodotti chimici come il Sodio ipoclorito, il Perossido di idrogeno stabilizzato additivato di Sali di argento e alcol etilico in soluzione al 70% è decisamente preferibile nebulizzare il Perossido di idrogeno che si decompone più velocemente e non lascia residui: dal punto di vista sanitario, viene spiegato,  è certamente efficace ma è sicuramente non adatto per ambienti dove sono presenti manufatti artistici e superfici di pregio.

L’acqua ossigenata, invece, reagisce con i materiali costitutivi trasformandoli chimicamente per ossidazione (pigmenti, leganti, metalli, etc.). Per tale motivo se ne sconsiglia l’uso poiché i suoi effetti non solo controllabili nel tempo

Infine viene affrontata la nebulizzazione con alcool etilico che risulta molto efficace per il covid ma ha come controindicazione l’infiammabilità e quindi «non si può saturare un ambiente per i rischi di incendio». 

Disinfettare ambienti e manufatti artistici, archeologici, superfici di pregio, suppellettili storico-artistiche, è complicato e dipende dall’ambiente. Ovviamente l’applicazione diretta sulle opere d’arte di prodotti deve essere eseguita solo dai restauratori di opere d’arte mentre per quella indiretta (es. nebulizzazione, aerosol, fumigazione, irraggiamento, etc.) occorre valutare preventivamente l’interferenza dei materiali che si intende utilizzare con le opere presenti. 

Nei musei, laboratori e luoghi espositivi è necessaria solo la sanificazione tramite pulitura degli ambienti e dei pavimenti con particolare riferimento alle superfici di contatto (maniglie, corrimano, porte, tastiere, pulsanti, ecc.) e dei servizi igienici. 

E’ importante la disinfezione periodica, costante e frequente dei filtri dei sistemi di condizionamento poiché potrebbero favorire la diffusione virus. «Dove possibile si consiglia di ridurre l’uso dei sistemi di condizionamento e preferire il naturale ricambio d’arai degli ambienti».





















 

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