Musica, le associazioni di categoria: «Dimenticati dal Decreto Rilancio, abbiamo bisogno di sostegno come il cinema e l'editoria»

Un negozio di dischi
2 Minuti di Lettura
Mercoledì 20 Maggio 2020, 15:39
Le principali associazioni di categoria del settore musicale - Anem, Afi, Fem, Fimi e Pmi - che hanno recentemente lanciato un piano di dieci punti per il sostegno al settore, esprimono «forte disappunto per l'assenza» nel Dl Rilancio «di interventi specifici come quelli riservati a cinema ed editoria libraria». «All'articolo 186 del Decreto Rilancio, firmato dal Presidente Mattarella, dove si prevedono misure per il settore cultura, e in particolare al capitolo riguardante il Fondo emergenze imprese e istituzioni culturali (con una dotazione di 210 milioni di euro), si specifica che tale fondo è destinato alla filiera dell'editoria, alle librerie, ai musei e ad altri istituti e luoghi della cultura. Nessuna menzione all'industria musicale, contrariamente a quanto riferito dal ministro Franceschini durante una recente audizione in sede parlamentare», lamentano le associazioni.

«L'industria discografica e gli editori musicali - sottolineano - sono una rilevante componente del settore e svolgono un lavoro fondamentale di ricerca e sviluppo di nuovi artisti.
Il governo è intervenuto per tutelare il settore del live, gravemente danneggiato dal lockdown, ma si è completamente dimenticato dell'industria che produce i contenuti, senza i quali non vi sarebbe nemmeno l'attività concertistica. Etichette indipendenti e piccoli editori rischiano la chiusura dell'attività in pochi mesi senza interventi di salvaguardia. I negozi di dischi rischiano la sparizione in poche settimane». «Ci auguriamo che si tratti solo di una svista e che venga sanata in Parlamento. Il settore nel corso degli ultimi due mesi ha visto cali di fatturato intorno al 70% nelle vendite di dischi, e cali anche superiori negli incassi di diritti d'autore e connessi. È inaccettabile che ci si possa dimenticare di questa area fondamentale per la produzione culturale del Paese», concludono Anem, Afi, Fem, Fimi e Pmi. 
© RIPRODUZIONE RISERVATA