Sabrina Paravicini: «Su Youtube “Be Kind”, il film che ho fatto con mio figlio Nino, un viaggio nella diversità»

Sabrina Paravicini con il figlio Nino Monteleone
di Francesca Nunberg
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Martedì 19 Maggio 2020, 15:28 - Ultimo aggiornamento: 20 Maggio, 09:03

«Essere gentili non vuol dire essere fragili. Anzi, bisogna esssere molto forti per essere gentili. E molto forti per essere malati». Così dice Sabrina Paravicini, 49 anni, attrice e regista che con suo figlio Nino Monteleone, ora 14enne, ha diretto e autoprodotto un bellissimo film: “Be Kind - Un viaggio gentile all’interno della diversità” che dal 21 maggio - Giornata mondiale della diversità - al 30 giugno sarà disponibile in una versione gratuita open source di 30 minuti su Youtube per le scuole, le famiglie e per chiunque voglia fare una riflessione su questo tema. Il film, realizzato con il supporto di Gucci, ha avuto già tutta una serie di premi e riconoscimenti. «Racconta la nostra storia - spiega Sabrina nell’intervista che ha rilasciato al Messaggero - quella di Nino, che ha avuto a 2 anni una diagnosi di autismo poi evolutasi verso una sindrome di Asperger, e la mia, che ho scoperto un anno e mezzo fa di avere un cancro al seno, mi sono operata e ho fatto la chemioterapia. E proprio su questa esperienza sarà il mio prossimo documentario, si intitolerà “B33”, come il numero che mi hanno dato al primo trattamento, ma soprattutto sarà sulla curà e sulla ricerca dell’identità».

 


«“Be kind” - continua Sabrina Paravicini - è anche la storia delle persone che abbiamo incontrato durante le terapie, tutte persone che hanno fatto della diversità il loro punto di forza. Nino le ha incontrate per sette mesi, è lui il vero autore. Per la sua prima intervista, a un ragazzo non vedente che fa judo, gli avevo preparato le domande, ma quando siamo usciti da lì mi ha detto: non servono, voglio fare da solo. E si è messo in ascolto di chi aveva davanti». La battaglia di Sabrina e Nino, lei che ha salvato lui, lui che ha salvato lei, la quarantena che ha permesso a lui di riparare la bicicletta e appena “liberato” di cominciare ad andarci, e a lei di fare giardinaggio, riempendo per la prima volta il suo balcone di piante e fiori, dovrebbe avere lo stesso titolo della tesina che Nino sta preparando per la fine della terza media: “Vita”. ienza sarà il mio prossimo documentario, si intitolerà “B33”, come il numero che mi hanno dato al primo trattamento, ma soprattutto sarà sulla cura e sulla ricerca dell’identità».

 

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