Alice Scornajenghi ha ideato "Ossì": «Mi piaceva l’idea di una rivista erotica pensata anche per le donne»

Alice Scornajenghi
di Valentina Venturi
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Lunedì 18 Maggio 2020, 19:42

Tre donne danno vita ad una fanzine porno. L’idea, che nel 2020 purtroppo lascia ancora interdetti, nasce da Alice Scornajenghi, 37 anni direttrice creativa per SuperHumans, che nel 2018 con due amiche fonda “Ossì – Un giornaletto porno fatto bene”. Da piccola autoproduzione, in breve la fanzine diventa un caso, con copie tutte numerate a mano sold out (deve uscire il numero 5) e un’eccellente cura grafica.
 
Il significato del titolo è indiscutibile…
«È universale, volevo che fin dal nome si capisse l’intento; che tutto fosse super schietto, leggero e pop. La voglia era di togliere la patina di morboso e squallido che c’è intorno alla pornografia».
 
Crede potesse idearlo solo una donna?
«Penso di sì. Anche rispetto ai racconti che ci mandano in lettura, a prescindere dalla qualità letteraria, molti di quelli scritti da uomini sono intrisi di questo sguardo invadente, predatorio e morboso».

È stata intervistata nella rubrica “Contaminatio” dal direttore creativo Emanuele Cappelli dello studio Cappelli Identity Design. Porno e design possono convivere?
«È uno dei punti di forza di “Ossì”: liberare il porno dalla bruttezza e dalla sciatteria che spesso lo  contraddistingue. Un risultato che si ottiene anche con la cura grafica: sfogliandolo non puoi sentirti in imbarazzo o vergognare, perché è troppo bello!».
 
Come è nata l’idea?
«Da un lato ho sempre amato la letteratura erotica. Da adolescente non avevo accesso al porno né ad internet e il mio immaginario si è formato sui romanzi erotici».
 
Qualche titolo?
«I grandi classici come il marchese de Sade e Anaïs Nin. In particolare gli autori del Settecento, perché erano i più zozzi e davano soddisfazione!».
 
Autori italiani?
«Ricordo un romanzo non particolarmente pornografico o spinto che nella mia adolescenza è stato così importante da decidere di scriverci la tesi di laurea: “La ragazza di nome Giulio” di Milena Milani».
 
Come mai?
«Un’autrice dimenticata con una storia assurda: ha scritto il libro negli anni Sessanta, ed è stata processata e condannata a sei mesi di reclusione per oltraggio alla morale. È stato il primo caso, evidentemente perché era una donna, in cui non è stato chiamato in causa l’editore - che era Longanesi - che anzi disse che il libro era stato pubblicato senza che lui l'avesse letto».
 
Lei è una pubblicitaria. Cosa è accaduto nel luglio 2018?
«Per una serie di circostanze ho trascorso dei mesi in ospedale e non avevo abbastanza giga per accedere a youporn. In quel periodo mi sono resa conto, mettendomi a cercare testi sulla tematica che mi aveva fatto compagnia quando ero ragazza, che non c’era nulla di interessante».
 
Cosa significa “interessante” per quest'ambito?
«È come se mancasse un’affezione al genere letterario in sé. A livello di editoria mainstream, il genere è appiattito su un soft porn terribile, con un linguaggio povero, sciatto e stereotipato. Su internet invece c’è un mare magnum di roba che ci si perde. E allora mi sono detta: “Proviamo a creare uno spazio”. Mi piaceva l’idea di un giornaletto porno che fosse pensato anche per me».

Vive a Roma, ma è originaria di Cosenza. In famiglia come è stata presa la sua rivista?
«All’inizio avevo un po’ di pudore a parlarne. Poi mia madre lo sponsorizza tra i parenti, portando una copia a una lontana cugina, dove vive anche una prozia ottantenne che l'ha letto. Quando l’ho saputo ero imbarazzatissima, invece la prozia ha commentato: “L’ho trovato molto elegante”».

La redazione di "Ossì" da chi è composta?
«Siamo in tre: io, Francesca Pignataro che è l’art director e Marzia Grillo che si occupa dell’editing. Ci conosciamo dai tempi dell’università».

Ha mai avuto problemi durante le presentazioni?
«Incredibilmente no ed è una cosa che mi ha sorpreso. È sempre stato accolto bene. C’è da dire che tutti i posti in cui ne ho parlato o è stata presentata, erano luoghi in cui le persone erano curiose e interessate».
 
Consiglierebbe “Cinquanta sfumature di grigio” di E. L. James?
«Mi ha fatto innervosire! Ho provato a leggerlo ma alla fine saltavo a piè pari le parti di narrativa, per andare su quelle porno e puntualmente riusciva a infilarci dei "ti amo" a sproposito».

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