Niente mascherine per gli artisti: i teatri respirano, ma saltano i concertoni

Juan Diego Flórez, protagonista dell'esizione 2020 del Rossini Opera Festival
di Simona Antonucci
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Lunedì 18 Maggio 2020, 17:38 - Ultimo aggiornamento: 24 Maggio, 15:58

Giù la maschera. Nei tredici punti elencati dal sospirato “Allegato 9” dell’ultimo decreto del presidente del Consiglio, l’obbligo di coprire il viso agli artisti sembra scomparso. La fase 2 regala agli amanti di lirica, musica, balletto e prosa la possibilità di emozionarsi insieme con cantanti, attori, danzatori e musicisti sul palco. Duecento le persone ammesse nei teatri al chiuso (quando si parla di persone bisogna contare anche i vigili del fuoco, tecnici e protagonisti dello spettacolo), mille, invece, gli spettatori che potranno assistere ad eventi sotto le stelle (maestranze a parte).


Restano valide tutte le altre normative, dal distanziamento, anche in scena, ai dispositivi di protezione per le maestranze, dalla sanificazione dei luoghi, alla misurazione della temperatura, dalle mascherine per gli spettatori, ai sistemi di igienizzazione delle mani, ma l’estate torna in scena. Trasferendosi, nella maggior parte dei casi sotto le stelle.

Dal 15 giugno, potranno riaprire il sipario i teatri d’opera, di prosa, i festival, le manifestazioni cittadine, le arene. Nessun via libera, almeno per il momento, ai concertoni, raduni rock ed eventi che prevedano un’affluenza di pubblico maggiore di quella stabilita dal comitato scientifico per il contenimento della pandemia. È delle ultime ore la notizia che Tiziano Ferro sposterà al 2021 il suo tour, nelle stesse città. E sono numerosissimi gli artisti che hanno fatto slittare le loro esibizioni, da Andrea Bocelli, a Venditti e De Gregori, da Gianna Nannini a Vasco. Arrivederci al 2021 anche per Rock in Roma o Caracalla, tanto per citare due manifestazioni cult delle scorse estati romane.
 
Sciolti alcuni interrogativi su come e quando potrà aver luogo la Biennale di Venezia, dove gli spettatori sono nell’ordine di centinaia di migliaia. La Mostra del Cinema viene confermata dal 2 al 12 settembre (in una formula ancora da definire), mentre la Mostra di Architettura, How will we live together?, curata da Hashim Sarkis, che avrebbe dovuto svolgersi a Venezia dal 29 agosto al 29 novembre 2020, è stata posticipata al 2021, da sabato 22 maggio a domenica 21 novembre. Di conseguenza slitta al 2022 la Mostra di Arte, prevista per il 2021. Confermate per i prossimi mesi le Mostre di Teatro, Danza e Musica.

«Il decreto del Governo è molto positivo perché conferma la possibilità per i teatri lirici di operare questa estate all’aperto per una platea fino a mille spettatori», commenta Carlo Fuortes, sovrintendente del Teatro dell’Opera di Roma, già al lavoro su un progetto di portare il Rigoletto di Verdi in un parco della città, con la regia di Damiano Michieletto, Daniele Gatti sul podio e Vittorio Grigolo nel cast. «Dal 15 giugno potremmo partire con le prove d’orchestra, coro e ballo per essere pronti a luglio per gli spettacoli all’aperto. È un importante conferma del ruolo strategico che viene dato alla cultura e allo spettacolo nella vita di tutti noi. Speriamo che l’evoluzione dell’epidemia possa consentire da settembre, per gli spettacoli al chiuso, un miglioramento delle restrizioni attuali».

Ai nastri di partenza anche l’Accademia di Santa Cecilia dove si aspettava la pubblicazione del decreto per annunciare la stagione dei concerti. In cavea, spiega Michele dall’Ongaro, «verrà montato un palco senza copertura e molto più grande di quello utilizzato nelle scorse stagioni, così da ospitare diverse formazioni orchestrali e corali. E faremo compagnia ai romani con un Progetto Beethoven con Antonio Pappano. E poi eventi, in collaborazione con Musica per Roma, anche nel Giardino, nelle sale, appena terminata la sanificazione, e in luoghi della città da definire insieme con l’Assessorato alla Cultura. Piazza del Popolo, la Nona, è una delle ipotesi. Sicuramente saremo accanto al romani. Aspettiamo però chiarimenti sulle distanze per gli strumenti a fiato e i cantanti. E credo che il limite dei duecento posti, senza prendere in considerazione la cubatura degli spazi, sia un aspetto che meriti ulteriori studi. Aggiungo anche che il tema della responsabilità penale dei datori di lavoro, sia un punto su cui è necessario un protocollo». 

Pronta anche la stagione 2020 dell’Arena di Verona con una parata di star, da Anna Netrebko a Placido Domingo, ospiti dell’anfiteatro ad agosto. In attesa dell'inaugurazione nel 2021 con l'Aida diretta Muti.

E annunciato il Rossini Opera Festival 2020: “La cambiale di matrimonio” al Teatro Rossini, e a piazza del Popolo, Il viaggio a Reims e sei concerti con Nicola Alaimo, Jessica Pratt e Juan Diego Flórez. È atteso Muti in piazza del Plebiscito alla guida dell’Orchestra del San Carlo di Napoli e segnali positivi arrivano anche dalla Scala, «se si verificheranno le condizioni», ha spiegato il sovrintendente Meyer, «per realizzare iniziative anche prima di settembre saremo pronti a dare una risposta artistica all’altezza».

Il sovrintendente del Massimo di Palermo, Francesco Giambrone, presidente dell’associazione delle fondazioni lirico-sinfoniche, annuncia appuntamenti musicali al Teatro di Verdura alla Favorita e un evento all’interno del Teatro: «Senza mascherine si torna a lavorare. Faremo qualcosa di speciale per duecento persone, ma lo faremo. Il teatro ce lo riprendiamo».

Il limite a duecento ingressi (spesso privo di sostenibilità economica) porterà Fondazioni e Teatri a trasferirsi sotto le stelle. A Roma è in corso un tavolo tra istituzioni e assessorato, per l’individuazione (e la spartizione) degli spazi. Villa Borghese (ma piazza di Siena potrebbe avere vincoli insormontabili), piazza del Popolo (anche se andrebbe risolto il rischio capannelli), e Circo Massimo, affascinante e collaudato, che sembra al momento il più conteso. 

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