Fase 2 Roma, negozi e ristoranti restano chiusi per protesta: «Da governo misure insufficienti, è scontro sociale»

Fase 2 Roma, negozi e ristoranti restano chiusi per protesta: «Da governo misure insufficienti, è scontro sociale»
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Lunedì 18 Maggio 2020, 16:52 - Ultimo aggiornamento: 19 Maggio, 00:36

Proteste a Roma nel giorno della riapertura dei negozi: diversi commercianti, tra abbigliamento e ristorazione, sono comunque rimasti chiusi in segno di rottura con le misure previste dal governo. A Roma aperti i negozi delle vie del lusso come via Condotti, Frattina e Borgognona, ma mille punti vendita hanno "scioperato". 

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La protsta è rivolta, come spiega il commerciante Giulio Anticoli «alle misure del governo insufficienti a far fronte ai debiti generati in queste settimane per affitti, bollette e tasse. E ora siamo alle prese con magazzini pieni di merce da pagare». Nella Capitale - aggiunge - hanno aderito allo sciopero circa un migliaio di persone, di cui la metà sono ristoratori. Ma in tutta Italia ci sono diverse iniziative analoghe». Secondo David Sermoneta, presidente di Federmoda, «Le catene che si rivolgono alla massa, in assenza del turismo, segnano il passo. Di fatto, a parte la cassa integrazione, sono state escluse dagli aiuti di Stato».
 

 

«Il fondo di garanzia è uno strumento che ci fa indebitare ulteriormente - rimarca tra l'altro Giulio Anticoli - Qui è in corso una guerra fra poveri: noi contro i nostri creditori. Siamo allo scontro sociale. Manca una visione illuminata. Ma se muoiono le imprese, muore il paese». Saracinesche abbassate anche in area San Pietro: dove gli esercenti di «circa 150 attività classificate come "esercizi di vicinato", la cui sopravvivenza è strettamente legata al turismo religioso, oggi equivalente a zero» sono scesi in piazza chiedendo al Governo «quelle carezze riservate al turismo. Perchè via della Conciliazione non è via dei Condotti». A parlare all'Adnkronos è Ilaria Bussiglieri, presidente dell'Associazione commercianti via della Conciliazione, a cui sono associate le attività commerciali dell'omonima strada, di piazza San Pietro, Porta Angelica e Borgo Pio. Tra le richieste «proroga della Cassa in deroga per i dipendenti; e codice Ateco in riconoscimento della valenza turistica dei nostri esercizi», afferma Bussiglieri. 
 
 


Poche aperture anche tra i ristoranti del centro storico. «Il 90% dei ristoranti non riapriranno in questi giorni. Se il locale di quartiere ha qualche chance, il nostro prossimo step invece è il 12 giugno, vediamo per quella data cosa succede: se non verrà rinnovata la cassa integrazione saranno licenziati i dipendenti o seguiremo la linea che adottano gli alberghi, che riapriranno il primo settembre o il 31 dicembre, a seconda dei flussi turistici. Fintanto che non riaprono gli hotel, inutile riaprire in una situazione del genere, senza clienti», ha riferito Gianfranco Contini, portavoce de "La Voce dei locali di Roma", movimento nato da alcune settimane durante l'emergenza Covid.
 

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