La boxe reatina, all'epoca, non godeva di sostegni economici o sponsor in grado di supportare l'impegno di un pugile nella categoria superiore e così Franco decise di smettere, continuando a lavorare come dipendente dell'ospedale provinciale. Ma, resta, insieme ad altri, il simbolo di uno sport dove i pugili, animati solo da una grande passione, non godevano di ingaggi, e che non è più riuscito a trovare spazi e aiuti per andare avanti.
L'ultimo saluto a Severi, che lascia i figli Massimiliano, guardia penitenziaria a Vazia, Cristina e Francesca, insieme alla moglie Angela, si terrà domani mattina, 18 maggio, alle 11 nel cimitero comunale.
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