Il Times loda Casperia, in provincia di Rieti: «E' uno dei borghi per le future migrazioni dalla città»

L'articolo del Times
di Samuele Annibaldi
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Domenica 17 Maggio 2020, 01:32 - Ultimo aggiornamento: 18 Maggio, 01:25
RIETI - Coronavirus. Dopo l'emergenza, possibili "migrazioni" al contrario, dalla città a luoghi più piccoli.
Il Times britannico sostiene questa tesi in un articolo e cita due esempi: Calcata nel Viterbese e Casperia, nella Sabina reatina.

«Le vuote colline italiane che diventano vive dopo l’esodo dalle città». Tradotto letteralmente è questo il titolo dell’articolo di apertura della pagina dedicata al coronavirus, sabato 9 maggio scorso, dal quotidiano britannico Times, che tra un pezzo da Los Angeles, uno da Mosca e un altro dalla Cina, dedica l’apertura a due paesi tra Viterbo e la Sabina: Calcata e Casperia. Un articolo che affronta un nuovo modello di vita e gli scenari che potrebbero aprirsi nel post pandemia in Italia, con la riscoperta dei piccoli borghi, riassumendo nel titolo la possibilità di veder ripopolate le zone interne.

L'esempio
Il quotidiano londinese parla di modelli, di una migrazione al contrario dopo la fuga dai paesi negli anni ‘50, ‘60 e ‘70 verso le metropoli. E prende a modello due borghi e le testimonianze di abitanti degli antichi paesi. La scelta cade su Calcata nel Viterbese e su Casperia nel Reatino. Due borghi rurali che il Times dice «abitarli sembra fare un tuffo nel passato lontano, come rivivere in antichi scenari». Parlando di Casperia, poco meno di 1.500 abitanti, cita l’esempio di chi negli anni ‘90 aprì un B&B ed è ancora lì ad accogliere turisti e anzi, dopo quell’esperienza, gli inglesi hanno acquistato casa nel borgo sabino. Come figli che al contrario dei padri emigrati invertono la rotta dello spopolamento, tornano e ricomprano le loro case.

Rafforza i contenuti dell’articolo la dichiarazione che Raffaello Masci di Casperia, giornalista de La Stampa, rende al Times quando dice che «abbiamo sempre saputo che si può abitare sulla cima di una montagna e contemporaneamente lavorare per una grande azienda di Milano. C’è voluto il virus per ricordare alla gente che questo è possibile. Ciò di cui abbiamo bisogno ora è una migliore connessione internet».
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