Valerio Conti: «Voglio tornare al Giro vestire di nuovo la maglia rosa»

Valerio Conti: «Voglio tornare al Giro e vestire di nuovo la maglia rosa»
di Francesca Monzone
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Domenica 17 Maggio 2020, 06:00
È passato un anno dalla storica impresa di Valerio Conti. Il giovane della UAE Emirates è stato il primo romano a indossare la maglia rosa del Giro d’Italia. Nella storia del ciclismo e della corsa rosa, solo due romani appaiono nelle pagine sportive, Dario Beni che vinse la prima e l’ultima tappa del primo Giro nel 1909 e Vario Conti, che dopo 100 esatti è stato il secondo romano ad essere leader della classifica generale della nostra corsa.
Valerio che ricordi ha del 16 maggio 2019?
“Ho dei ricordi bellissimi. La gente lungo il percorso e poi il traguardo a Santo Stefano Rotondo in Puglia, con l’emozione di salire sul palco delle premiazioni per indossare la maglia che ogni ciclista sogna”. 
La sua è una famiglia di ciclisti, come hanno vissuto quella giornata?
“Mio zio è stato gregario di Fausto Coppi e mi ha insegnato molto, ma non c’è più e non ha potuto vedere la mia vittoria. Papà anche ha corso e per lui è stato uno dei giorni più belli della sua vita. Io sono riuscito a fare quello che non ha potuto fare lui”.
Si sente cambiato da quel giorno?
“Assolutamente no. Sono rimasto sempre il solito ragazzo semplice, senza grilli per la testa. Ho solo guadagnato più stima da parte dei colleghi e più considerazione in squadra”.
Che tappa fu quella da Cassino a San Giovanni Rotondo, dove conquistò la maglia rosa?
“Fu una tappa lunghissima e io ero nella fuga, poi rimasi da solo con Masnada. Lui conquistò la tappa e io presi la maglia che aveva Roglic. Tutto indimenticabile”. 
Oggi non ci sono corse a causa del Coronavirus. Come ha vissuto questo periodo?
“Io vivo a Montecarlo e per allenarmi di solito andavo in Francia, ma con il lockdown non è stato più possibile, così ho fatto i rulli”. 
È stato difficile questo periodo di isolamento per lei?
“Non troppo perché comunque mi sono allenato e oggi grazie alla tecnologia, abbiamo l’opportunità di allenarci con dei rulli che simulano dei percorsi reali. Abbiamo fatto anche delle sfide a scopo benefico. Poi ho avuto la possibilità di passare più tempo con la mia fidanzata e il mio cane”. 
Il suo è un palazzo in cui abitano molti corridori. Chi sono?
“A Montecarlo vivono circa 40 corridori e nella mia palazzina siamo 5, tra loro ci sono Pogacar, Formolo, Bennet e un corridore dalla Ineos. Mentre nel condominio vicino ci sono Puccio con Roglic e Viviani. Mentre noi corriamo le nostre fidanzate o mogli si tengono compagnia. Abbiamo fatto un bel gruppo. Io poi sono particolarmente amico con Formolo, ci alleniamo sempre insieme“. 
Come sarà la ripartenza del ciclismo?
“Non sappiamo bene in quale modo ripartiremo, non abbiamo neanche un programma di squadra. Spero che tutto si evolva nel migliore dei modi e che la gente possa tornare sulle strade per seguire le corse”. 
Quale sarà il suo programma?
“Onestamente ancora non lo so. Spero di poter essere al via del Giro d’Italia e migliorare il risultato dello scorso anno. Per certo quest’anno sarà più faticoso perché le corse sono tante e  in un periodo molto breve”.
Che risultato vorrebbe ottenere quest’anno al Giro?
“Vorrei indossare nuovamente la maglia rosa, ma questa volta sarebbe bello poter vincere tappa e maglia insieme. Il podio anche è il mio sogno, ma ancora non sappiamo come e quanto verrà modificato il percorso”. 
Per ripartire bisognerà seguire delle regole sanitarie rigide, a lei che comunicazioni sono arrivate?
“Il team ha detto che dobbiamo fare tutti le analisi per vedere se abbiamo contratto il coronavirus. A Montecarlo la prossima settimana ci sarà un laboratorio dove potremo recarci per i test. I risultati li invieremo poi alla squadra. Per certo verremo monitorati per tutta la stagione”.
Cosa le è mancato di più in questo periodo?
“Le corse mi sono mancate tantissimo, ma anche la mia famiglia e Roma, la mia città. Amo il nostro centro con via del Corso e tutti i nostri monumenti. Mi mancano anche i corridori di Tor Vergata, il quartiere dove tutti i ciclisti amatoriali vanno ad allenarsi e la pizza. Appena sarà possibile voglio andare a casa”.
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