“Toni” Green, un All Black trevigiano alla guida delle Fiamme Oro a Roma in Top 12

Graig "Toni" Green nel match di campionato a Rovigo con il San Donà
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Venerdì 15 Maggio 2020, 15:31 - Ultimo aggiornamento: 17:47
Sarà il neozelandese Craig "Toni" Green l’allenatore delle Fiamme Oro Rugby per la stagione 2020-21.


Campione del Mondo con gli All Blacks nel 1987, e miglior realizzatore della manifestazione di quell’anno con 6 mete (insieme all’ex coach azzurro, John Kirwan), Green si trasferisce in Italia alla Benetton dove gioca fino al 1991, per poi trasferirsi come allenatore/giocatore a Casale fino al 1994 e tornare, dal 1995 al 1999, in Nuova Zelanda. Nel 1999 approda di nuovo in Italia dove allena Calvisano (1999-2002), Benetton (2002-2007), Italia Under20 (2008-12), Udine (2012-13), per poi intraprendere l’avventura giapponese con i Dynaboars (2013-15). Nel 2015 torna in Italia per allenare il Tarvisium e nel 2018, fino all’attuale stagione conclusasi in anticipo, è l’head coach della Lafert San Donà nel Peroni TOP12.
 
Nella guida tecnica del XV della Polizia di Stato, con il quale ha siglato un accordo biennale con opzione per il terzo anno, Craig Green verrà affiancato dai confermati assistant coach Alessandro Castagna, Daniele Forcucci e Matteo Zitelli, così come la figura del Direttore Tecnico che sarà ancora ricoperta da Sven Valsecchi, mentre il Direttore Sportivo sarà Claudio Gaudiello, con Giovanni Massaro che passa alla funzione di Team Manager, ricoperta fino allo scorso anno da Valerio Vicerè che assumerà la carica di Responsabile della preparazione atletica dei settori giovanili.
 
«Quello con Green è stato un lungo corteggiamento che non si era mai concretizzato solamente per problemi organizzativi – ha dichiarato il Presidente delle Fiamme, Armando Forgione – Siamo, comunque, sempre rimasti in contatto e alla fine sono contento che siamo riusciti a sancire questa unione. Posso dire che il mio amore noto a tutti per il rugby neozelandese abbia giocato un ruolo importante in questa scelta di un allenatore che, sono convinto, potrà portare alle Fiamme quel qualcosa in più per tendere a obiettivi sempre più alti: Craig è sicuramente un personaggio noto non solo per le sue qualità tecniche, ma anche per quelle umane che so essere di livello elevato. Gli auguro di intraprendere questa avventura nel migliore dei modi, lavorando in serenità in una struttura che è quasi unica in Italia e che mette a disposizione del nostro sport tutto ciò di cui si ha bisogno».
 
«Potrei dire che finalmente sono riuscito ad arrivare alle Fiamme e di questo voglio ringraziare il Presidente Armando Forgione con il quale abbiamo instaurato un ottimo rapporto, anche grazie a Claudio Gaudiello che, negli anni in cui spesso ero a Roma per seguire l’Accademia, ha mantenuto sempre costante il contatto – queste le prime parole del neo allenatore cremisi, Craig Green, che ha rilasciato anche una breve intervista – Allenare una squadra come le Fiamme è, oltre che una sfida, anche un onore, perché dietro c’è un’Istituzione importante come la Polizia di Stato alla quale fanno capo. È una nostra responsabilità rappresentarla al meglio anche sui campi da rugby. Sono felice della scelta e non vedo l’ora di iniziare questa avventura a tempo pieno. Voglio anche ringraziare il Presidente del San Donà, Alberto Marusso, che è stato molto disponibile e comprensivo nell’accettare la mia richiesta di andar via per iniziare questa nuova esperienza».
 
Tempo fa ci fu un avvicinamento, ma poi non se ne fece più nulla.
"Quattro anni fa non sono approdato alle Fiamme per motivi di famiglia, i miei figli erano ancora piccoli e non me la sono sentita di lasciare da sola la mia famiglia. Ora che sono cresciuti, ho deciso di fare questo passo. Conosco bene l’ambiente e le strutture di Ponte Galeria, perché quando l’Accademia Fir aveva sede alla “Gelsomini” venivo spesso".
 
Cosa ti aspetti da questa esperienza?
"Venire qui significa arrivare in un club completo, con una struttura che permette di lavorare al meglio; e non parlo solo della prima squadra, ma anche di un settore giovanile molto nutrito e di ottimo livello. Qui si sta creando una linea continua, che parte dal minirugby e arriva al primo XV. Alle Fiamme trovo uno staff completo e di ottimo livello, cosa molto difficile da trovare in Italia in  questo momento. Questa è una delle ragioni che mi hanno spinto a venire qui".
 
Qual è la tua idea di rugby?
"Nella mia carriera da giocatore io sono stato un trequarti e, di conseguenza, mi piace vedere girare molto il pallone, però penso che il rugby sia uno sport di squadra completo e bisogna avere un team forte in tutti i ruoli per poter vincere. Non bastano solo buone mani, ma è necessaria anche la mischia per poter vincere una battaglia sul campo. Vorrei vedere un rugby molto completo".
 
Quali sono i tuoi obiettivi con le Fiamme Oro?
"Bisognerà capire come e quando si potrà tornare a giocare. Il Covid ha stravolto le vite di tutti noi, purtroppo non solo in ambito sportivo. Dovremo aspettare le direttive che verranno emesse per quanto riguarda gli sport di squadra e da lì potremo iniziare ad avere le idee un po’ più chiare. Un obiettivo per la prossima stagione? In questi anni, da fuori, ho visto le Fiamme Oro in un trend di crescita costante, con un giusto mix tra giocatori giovani talentuosi, atleti di esperienza e ambizione. Quel che posso dire è che voglio continuare questo trend verso l’alto, sia come crescita della squadra che come risultati".
 
Sei pronto a vivere in un ambiente particolare, come quello di una caserma?
"Sono sempre stato una persona che non ha mai avuto grandi problemi a stare in casa anche da solo e non credo, sinceramente, che vivere in una caserma potrà sconvolgere più di tanto il mio stile di vita. Anzi, penso che vivere h24 insieme ai ragazzi possa portare solo giovamento a tutto l’ambiente. Ci si può conoscere meglio".
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