Auto incendiata alla Ciolfi, due arresti a Latina: i nomi e il movente dell'attentato

Auto incendiata alla Ciolfi, due arresti a Latina: i nomi e il movente dell'attentato
di Vittorio Buongiorno
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Venerdì 15 Maggio 2020, 10:10 - Ultimo aggiornamento: 18:43

I carabinieri del comando provinciale di Latina hanno arrestato questa mattina il mandante e l'esecutore materiale dell'attentato alla consigliera comunale di Lbc Maria Grazia Ciolfi eseguendo l'ordinanza di custodia cautelare chiesta dalla Procura di Latina e firmata dal giudice per le indagini preliminari. L'indagine dei carabinieri agli ordini del colonnello Gabriele Vitagliano ha consentito di individuare l'uomo che lo scorso settembre ha bruciato l'auto della consigliera, una Opel che era parcheggiata all'interno del condomoninio dove abita la Ciolfi in una zona residenziale del capoluogo. L'inchiesta ha soprattutto permesso di risalire al mandante e chiarire che l'attentato è legato alla attività politica di Maria Grazia Ciolfi come delegata alle questioni della Marina di Latina.

Gli arrestati sono Gianni Mastrostefano, 42 anni, di Latina, e Valentino Mandrelli, 32 anni, di Velletri. Il primo è ritenuto essere il mandante dell'attentato incendiario ed è accusato di minaccia a un pubblico ufficiale e danneggiamento a seguito di incendio, il secondo è ritenuto l'esecutore e oltre ai primi due reati è accusato anche di violazione di domicilio. Sono stati i carabinieri della sezione operativa della Compagnia di Latina, guidati dal maggiore Carlo Maria Segreto, a dare un nome agli attentatori.

«Le indagini sono state avviate in seguito al danneggiamento mediante incendio dell’autovettura in uso al consigliere comunale di Latina con delega alle Politiche ambientali, patrimoniali urbanistiche e produttive della Marina, nonché vice presidente della Commissione Governo del territorio e Lavori pubblici, sono state sia di natura tradizionale che tecnica e hanno consentito di ricostruire come gli arrestati, in concorso tra loro, il Mastrostefano  in qualita’ di mandante e Mandrelli in qualita’ di esecutore materiale, hanno usato minaccia nei confronti del pubblico ufficiale al fine di costringerla ad omettere un atto del suo ufficio» spiegano i carabinieri.

In particolare, l’atto intimidatorio, «sarebbe stato posto in essere affiche’ non venissero sollecitati controlli presso il lotto sull’arenile di Latina in via Valmontorio, di proprietà del Mastrostefano, sul quale era stata realizzata una recinzione abusiva in paletti di legno e su cui era stata posizionata un roulotte in violazione alle norme vigenti» chiariscono i militari. «Inoltre si voleva dissuadere la vittima affinchè non influisse negativamente, in ragione degli incarichi ricoperti, sulla pratica edilizia per la quale era stata presentata una Scia nel 2019, con cui si informava il Comune dell’ avvio dei lavori in argomento e in relazione alla quale, già nel maggio del 2019, il Servizio edilizia privata del Comune di Latina aveva risposto con una diffida dall’eseguire qualsiasi tipo di opera sulla spiaggia, in quanto in violazione del piano di utilizzazione dell’arenile comunale, poiché ricadente nell’area di rispetto dell’esistente impianto di depurazione».

Ma non solo. «Il terreno ricadeva nel Ppe comprensorio della Marina di Latina con destinazione "arenile pubblico" e con "vincolo generale" di inedificabilità con vincolo idrogelogico. La costruzione abusiva, che già era stata oggetto di controllo da parte della polizia locale di Latina - che aveva provveduto a contestare al Mastrostefano -  il reato di cui all’art.44 dpr 380 del 2001 (“realizzazione di abusi edilizi sull’arenile”) e che l’arrestato, come emerso anche nel corso delle attività tecniche, riteneva essere stato eseguito su segnalazione della vittima».

I due arrestati al termine delle formalità sono stati riportati a casa sove resteanno agli arresti domiciliari. 

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