L’analisi, rilanciata da Calcio e Finanza, mostra che i giocatori dilettanti e dei settori giovanili si trovano a una distanza di 1,5 metri l’uno dall’altro per un totale di soli 60 secondi all’ora di calcio, in media. Nel 60% dei casi in cui i giocatori entrano in stretto contatto, questo contatto dura meno di un secondo.
I risultati possono fornire una spinta significativa per coloro che auspicano una rapida ripresa del calcio dilettantistico e giovanile. La ricerca si basa sull’analisi posizione per posizione del rischio per i calciatori, considerando la quantità di contatti con altri giocatori sul terreno di gioco. Gli attaccanti centrali sono quelli a maggior rischio di infezione, mentre i portieri sono i meno esposti.
Se lo studio si è già dimostrato incoraggiante per i professionisti, la minaccia appare dunque inferiore per dilettanti giocatori dei settori giovanili. «Le cifre – spiega lo studio – mostrano che il contatto durante la pratica di uno “sport di contatto” come il calcio è relativamente basso se si considera l’attività lasciando da parte i contrasti, le sostituzioni e gli spostamenti condivisi».
Thomas Bull Andersen, professore associato all’Università di Aarhus, ha raccontato al Telegraph: «Abbiamo scoperto che l’esposizione per dilettanti e giovani giocatori era circa la metà, o meno della metà, rispetto ai giocatori professionisti. Non sono così veloci e così vicini ai loro avversari come i giocatori d’alto livello».
© RIPRODUZIONE RISERVATA