Coronavirus, troppa distanza tra gli ombrelloni: balneatori in rivolta

Coronavirus, troppa distanza tra gli ombrelloni: balneatori in rivolta
di Stefano Dascoli
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Mercoledì 13 Maggio 2020, 10:18 - Ultimo aggiornamento: 17:06
«E’ una mazzata». Non usa mezzi termini Riccardo Padovano, presidente regionale del sindacato balneari di Confcommercio in Abruzzo. Le linee guida sulla riapertura degli stabilimenti, inviate ieri da Inail e Istituto superiore di sanità, a suo dire hanno completamente disatteso le indicazioni emerse nel corso della videoconferenza tra il premier Conte e le Regioni. La differenza è tutta qui: per i balneatori sarebbe stato sufficiente a garantire la sicurezza uno spazio di 10,5 metri quadrati a ombrellone. La task force, invece, ha più che duplicato questa superficie: cinque metri lineari tra file di ombrelloni, 4,5 metri tra ombrelloni sulla stessa fila. Il che significa, in soldoni, che si va a finire a 22,5 metri quadrati.

E’ per questo che i balneatori hanno immediatamente investito della questione l’assessore regionale al Turismo, Mauro Febbo, per chiedere un incontro urgente. «Anche altre regioni - dice Padovano - si stanno mobilitando. Siamo amareggiati. Peraltro avevamo già cominciato a ipotizzare come impostare l’allestimento, calcolando che richiede almeno 10-15 giorni. E poi ci sono misure, come le App per la prenotazione, che sono tutte e carico dei gestori».
Insomma, lo scontro si preannuncia caldo come l’estate insolita, difficile, piena di restrizioni, con grandi attenzioni alle distanze più che all’abbronzatura, che si preannuncia».

Bisognerà capire, ora, cosa accadrà. La Regione vorrebbe mettere nero su bianco un’ordinanza, già ampiamente impostata, con cui ufficializzare l’apertura della stagione estiva il 29 maggio. Peraltro l’invio, per così dire, a sorpresa, in anticipo, del documento Inail-Iss, ha fatto sbottare lo stesso Febbo: «Evidentemente avevano il documento pronto, ma forse c’era qualche elemento ostativo che non conoscevamo. Se ce l’avessero dato sette giorni fa forse oggi saremmo stati tutti più sereni.Bisogna tenere sempre in considerazione che ci sono imprenditori quasi sul lastrico». Tra le altre misure indicate: niente giochi di gruppo, niente piscina, prenotazioni obbligatorie e sorveglianza anche nelle spiagge libere, dove andrà regolamentato l’afflusso.

Anche Federlbalneari ha attaccato, ritenendo che le linee guida siano insostenibili perché non tengono in alcun modo conto delle differenze territoriali, imprenditoriali e ambientali. Tra l’altro nel documento nazionale viene citato proprio il caso di Alba Adriatica come una delle spiagge con maggiore concentrazione di stabilimenti balneari. La ripartenza che si delinea per il 18 maggio, intanto, sarà pressoché completa: riguarderà, infatti, praticamente tutti settori, compresi bar, ristorazione, commercio, inclusa la grande distribuzione. Proprio ieri infatti sono arrivate anche le linee guida nel settore della ristorazione. Il cardine è tutto nei 4 metri quadrati che dovranno essere garantiti per ogni cliente all’interno dei locali, con ripercussioni ovvie rispetto alla capienza massima di ciascuno. Ecco perché anche su questo fronte bisognerà capire come le associazioni di categoria intenderanno recepire il documento elaborato dalla task force. 
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