Città ferma, ma polveri sottili impazzite a Frosinone nei mesi del lockdown

Città ferma, ma polveri sottili impazzite a Frosinone nei mesi del lockdown
di Pierfederico Pernarella
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Martedì 12 Maggio 2020, 16:35

A marzo erano diminuite meno di quanto ci si aspettasse, ma ad aprile addirittura, diversamente da quanto accaduto nel resto del Lazio, solo in provincia di Frosinone la riduzione è stata minore rispetto al mese prima. Le polveri sottili in Ciociaria continuano a far notizia anche quando non c'è l'allarme smog. C'è un caso Frosinone nello studio di Arpa Lazio sulla qualità dell'aria nei mesi del lockdown.

Lo studio (consultabile qui)si mette a confronto i livelli di polveri sottili negli ultimi due mesi con quelli dello stesso periodo del triennio 2016-2019.

Inquinanti  ridotti - La ricerca svolta già per il mese di marzo, ora è stata aggiornata a quello di aprile. E non mancano le sorprese. Così come era stato registrato a marzo, anche ad aprile la limitazione negli spostamenti si è fatta sentire per alcune sostanze inquinanti (benzene e biossido di azoto) con una riduzione in media del 50% in tutta la regione, con le polveri sottili (Pm 10) il discorso si fa più complicato.

Il calo è stato meno drastico rispetto a quello degli altri inquinanti, ma comunque, scrive Arpa Lazio, «è stato più evidente nel mese di aprile». Sì, ma con l'eccezione della provincia di Frosinone.



Le anomalie - Come si può facilmente vedere dal grafico, tratto dallo studio di Arpa, a Frosinone nel mese di aprile (indicato nel grafico con colore blu) la concentrazione media di polveri sottili è stata maggiori rispetto a quella di marzo (indicato nel grafico con il colore rosso). Solo a Cassino ad aprile le polveri sottili sono calate rispetto a marzo. A Ferentino invece, dove nel marzo scorso le Pm10 erano addirittura aumentate, ad aprile la concentrazione di polveri sottili è pari a quella dello stesso periodo del triennio 2016-2019. Identica situazione a Ceccano, dove pure a marzo c'era stato un leggero calo. A Frosinone Scalo invece nel mese di aprile la riduzione è meno della metà di quella di marzo.

Fenomeno complesso - Come spiegare questo dato? Difficile dirlo, almeno per ora: «Il meccanismo di formazione delle polveri - scrive l'Arpa - è molto complesso e la loro concentrazione in aria è fortemente influenzata dalla variabile meteorologica».

E ancora: «Il particolato atmosferico può sia essere emesso direttamente in atmosfera, ad esempio dalle auto, dalle caldaie o dalle fabbriche, sia formarsi mediante la reazione tra altri inquinanti presenti in atmosfera e dovuti anche questi a sorgenti di varia natura. Inoltre può trovarsi in aria anche a causa di trasporto o di risospensione (le polveri inquinanti infatti, una volta depositate, possono essere nuovamente 10 disperse nell'aria a causa di diversi effetti meccanici e tale fenomeno è legato alla tipologia di strada, alle condizioni meteo, alla velocità e al peso del veicolo)».

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