Venne arrestato per Alba Pontina, a Terracina confiscati i beni a Matteo Lombardi

Venne arrestato per Alba Pontina, a Terracina confiscati i beni a Matteo Lombardi
di Laura Pesino
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Martedì 12 Maggio 2020, 10:30 - Ultimo aggiornamento: 10:49
Era finito in manette a Terracina nel 2018 nell’ambito dell’operazione Alba Pontina che aveva portato all’arresto dei vertici del clan Di Silvio. Matteo Lombardi sembrava avere un ruolo marginale rispetto agli affari gestiti dal clan rom ma le indagini avevano già messo a fuoco un grosso traffico di sostanze stupefacenti che il 33enne gestiva a Terracina, occupandosi anche del riciclaggio del denaro. Lombardi, alcuni mesi dopo l’arresto, aveva chiesto e ottenuto il trasferimento della sorveglianza speciale in una comunità terapeutica del Nord Italia, dove però era morto a dicembre 2018.

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Lo scorso ottobre, al termine di una complessa indagine condotta congiuntamente da polizia di Stato e guardia di finanza, il suo patrimonio era stato oggetto di un sequestro. E ora è arrivata la confisca su beni mobili e immobili che ammontano a diverse centinaia di migliaia di euro. Tra questi, alcune società intestate fittiziamente a prestanome e poi conti correnti bancari, natanti, veicoli, numerosi gioielli tra cui orologi Rolex e un terreno di 3mila metri quadrati su cui era stata costruita una piscina e una stalla con cavalli e su cui era in fase di costruzione un’immobile. Confiscata anche una moto d’acqua che è già stata consegnata all’Associazione nazionale di salvamento, guardia costiera ausiliaria onlus, che la utilizzerà per fini sociali.

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La richiesta di applicazione delle misure di prevenzione patrimoniale era stata avanzata dal procuratore aggiunto di Latina Carlo Lasperanza che aveva coordinato personalmente l’inchiesta. Il nome di Lombardi figurava tra l’altro anche tra le carte dell’operazione “Scheggia” relativa alla campagna elettorale di Terracina del 2016, ma guardia di finanza e polizia avevano già ricostruito la fiorente gestione dello spaccio in diversi punti della città, presenziati da vedette, e in alcune sale gioco.

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Un’accelerazione delle indagini sullo stupefacente è arrivata proprio con l’arresto di Matteo Lombardi per Alba Pontina, che ha consentito agli investigatori di perquisire il suo appartamento, che fino a quel momento era stato un “fortino inespugnabile” per la presenza di impianti di videosorveglianza e vedette. Durante l’irruzione gli investigatori sono riusciti a scovare un’intercapedine del muro in cui era conservata tutta la contabilità dello spaccio insieme ad altri documenti falsi, a denaro contante ed altri gioielli. Tra il materiale rinvenuto c’era anche la chiave di una cassetta di sicurezza di una banca che conteneva altri preziosi e altri documenti relativi ad attività commerciali gestite da prestanome ma in realtà riconducibili all’indagato. In casa telefoni satellitari, apparecchiature tecnologiche in grado di eludere le intercettazioni e perfino divise delle forze dell’ordine.
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