Roma, omicidio filmato dai passanti. Galioto choc: «Finalmente l'ho ucciso»

Roma, omicidio filmato dai passanti. Galioto choc: «Finalmente l'ho ucciso»
di Michela Allegri
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Domenica 10 Maggio 2020, 15:02 - Ultimo aggiornamento: 11 Maggio, 08:39

Una frase eloquente e spietata, gridata subito dopo avere massacrato di botte un clochard sulla banchina del Tevere sotto ponte Sisto a Roma: «Finalmente l'ho ammazzato». E poi due filmati, fatti con il cellulare da alcuni passanti. In uno si vedono nitidamente i fotogrammi dell'aggressione costata la vita a un senzatetto romeno di 38 anni, giovedì sera. Questa volta, le accuse a carico di Massimo Galioto sembrano pesanti come macigni. Per il punkabbestia si sono riaperte le porte del carcere. Era già stato processato ma assolto in primo grado - l'appello è ancora in corso - per l'assassinio dello studente americano diciannovenne Beau Solomon, avvenuto quattro anni fa proprio sulla stessa banchina dove Galioto vive in una tenda. Ora è stato arrestato in flagranza di reato per un altro omicidio, e ieri il gip Clementina Forleo, durante l'udienza che si è svolta in videoconferenza dal carcere di Regina Coeli, ha convalidato la misura disponendo il carcere. «Il fatto è stato commesso con un'efferatezza senza pari», il commento del giudice nell'ordinanza, dove si sottolinea anche l'inesistenza di un movente e il fatto che l'indagato sia gravato da plurimi precedenti penali e sia stato coinvolto in un fatto analogo, per il quale è ancora pendente il processo d'appello. Soprattutto, ci sono i rischi di fuga - visto che l'arrestato è senza fissa dimora - e di recidiva.

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Quando il gip ha comunicato a Galioto la presenza dei due filmati, che si uniscono alle versioni convergenti di cinque testimoni, il punkabbestia ha deciso di fare alcune dichiarazioni spontanee, senza però rispondere alle domande del magistrato, rinunciando quindi all'interrogatorio di garanzia. Assistito dall'avvocato Michele Vincelli, Galioto ha ammesso di essersi avvicinato alla vittima, ma ha negato l'aggressione: «Non sono stato io a uccidere quell'uomo. Sono passato di là dopo, è stato picchiato prima da un'altra persona», ha detto. Ma le escoriazioni su tre nocche delle mani sembrano raccontare un'altra storia.

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Sono stati proprio i testimoni a fornire agli inquirenti i filmati realizzati con i cellulari, che immortalano il momento dell'aggressione - si vede anche il cane di Galioto azzannare la vittima al volto - e il tentativo di fuga. Le loro dichiarazioni sono state giudicate convergenti e attendibili. Uno di loro ha sentito il clochard gridare una frase choc dopo essersi accanito sulla vittima: «Finalmente l'ho ammazzato». Mentre una coppia, che si trovava sull'altra sponda del fiume, ha assistito alla scena. Sono gli stessi testimoni che hanno cercato di soccorrere la vittima e che hanno chiamato il 118. Erano le sei di giovedì sera, Galioto si era appena allontanato e il clochard, ferito e sfigurato in volto, era ancora vivo. Ma è morto poco dopo. E Galioto, fermato dagli agenti del commissariato Trevi Campo Marzio ha subito cercato di smarcasi dalle accuse: «Non sono stato io, mi sono avvicinato quando era già in terra esanime, ho anche cercato di rianimarlo, poi me ne sono andato». Ma ad incastrarlo adesso ci sono testimoni e filmati. Intanto si attendono gli esiti dell'autopsia: il medico legale dovrà accertare l'ora e le cause della morte e, soprattutto, se la vittima avesse ferite pregresse.

 

 

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