Consumi, gli italiani riscoprono i negozi sotto casa

Consumi, gli italiani riscoprono i negozi sotto casa
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Venerdì 8 Maggio 2020, 12:00 - Ultimo aggiornamento: 12:10
(Teleborsa) - La clausura forzata imposta dal lockdown ha cambiato le abitudini di consumo e di acquisto del 19,7% degli italiani. Oltre 8,6 milioni di persone, in questi mesi, hanno riscoperto i piccoli negozi sotto casa, preferendo le botteghe di quartiere alle grandi catene. È quanto emerge da un'indagine commissionata da Facile.it all'istituto di ricerca mUp Research in collaborazione con Norstat.

A scegliere i negozi sotto casa anziché spostarsi verso centri commerciali o grandi supermercati – si legge nel rapporto – sono stati soprattutto i residenti nei grandi comuni (23,6% fra chi vive nelle città con oltre 250mila abitanti), i rispondenti del Sud e delle Isole (24%) e quelli con età compresa tra i 55 e i 64 anni (24,3%). Nello specifico, quasi 1 rispondente su 5 (18,3%), pari a più di 8 milioni di individui, ha cercato di sostenere i negozi del proprio quartiere attraverso le consegne a domicilio, percentuale che sale al 24% fra i rispondenti con età superiore ai 54 anni, cioè una fetta della popolazione corrispondente a poco meno di 3.150mila individui.

Boom di donazioni e volontariato – L'indagine ha, inoltre, messo in evidenza come gli italiani si siano dedicati a sostenere chi era in difficoltà e lo abbiano fatto in molti modi diversi. Tra le attività cui gli italiani si sono dedicati maggiormente per aiutare le persone in difficoltà ci sono proprio libere donazioni e volontariato. Il 17% degli italiani (7.450mila individui circa) ha contribuito economicamente a raccolte fondi promosse da enti pubblici o soggetti privati. Ad averlo fatto sono soprattutto i giovani appartenenti alla fascia d'età 18-24 anni (21,3%) e le donne (18,8% vs 15% fra gli uomini). Le donazioni hanno riguardato anche beni di prima necessità dati direttamente a persone in difficoltà. Hanno scelto questa via il 13,6% degli intervistati, pari a 5.945mila individui, percentuale che sale al 19,1% fra i rispondenti con un'età compresa tra i 65 e i 74 anni, fino a raggiungere il 20,2% nel Sud e nelle Isole. Il 14,8% degli italiani (6.500mila persone) si è offerto di fare personalmente la spesa al posto di anziani, di chi si trovava in situazione di bisogno o, anche, non poteva uscire di casa; ad averlo fatto sono state soprattutto le donne (17,9% vs 11,6% fra gli uomini) e i rispondenti appartenenti alla fascia di età 45-54 anni (18,3%). Quasi 1,4 milioni (3,2%) di italiani hanno cominciato a fare volontariato presso enti o associazioni impegnate nell'emergenza, valore che raggiunge il 5,2% fra i rispondenti con un'età compresa tra i 45 e i 54 anni. Durante la cosiddetta 'quarantena', infine, il 10,5% dei rispondenti, dato equivalente a più di 4,6 milioni di individui, ha dichiarato di aver messo gratuitamente a disposizione del prossimo le proprie competenze personali o professionali. Il 16,4% dei liberi professionisti ha offerto le proprie competenze a distanza. C'è, poi, chi ha fatto ripetizioni via chat per aiutare i ragazzi che si sono trovati a gestire da soli necessità scolastiche; idraulici che hanno guidato via web persone che nemmeno avevano mai visto per aiutarli a riparare rubinetti che gocciolavano o elettricisti che, attraverso una videochiamata, sono riusciti a risolvere piccoli e grandi problemi che si sono verificati nelle case.
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