Coronavirus, Borrelli: «Se il virus riparte ci sarà un inasprimento delle misure»

Coronavirus, Borrelli: «Se il virus riparte ci sarà un inasprimento delle misure»
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Giovedì 7 Maggio 2020, 15:56 - Ultimo aggiornamento: 16:47

«C'è in corso un attento monitoraggio. Ed è previsto un inasprimento delle misure di contenimento in caso di fenomeni che dovessero rimarcare la ripartenza del virus». Il capo della Protezione Civile Angelo Borrelli ha così risposto in Commissione Affari Costituzionali a chi gli chiedeva quali potessero essere gli sviluppi della Fase 2. Misure che, ha aggiunto Borrelli, «con i giusti comportamenti, tutti ci auguriamo che vengano limitate al massimo e annullate».

«Il Comitato tecnico scientifico (Cts) finché sarà operativo fornirà il contributo della scienza al decisore politico, dando tutto il supporto possibile», ha aggiunto. 
«Ad oggi sono state costituite diverse task force: una prima di 500 medici, una seconda di cui fanno parte 500 infermieri e una terza di 1.500 operatori socio-sanitari»

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I tamponi. «Su tamponi e test non posso dare elementi, attengono al contenimento del virus. La carenza di tamponi è stata evidenziata verso fine marzo, ora non c'è più. La politica sui tamponi? Ci sono i criteri indicati fin dall' inizio dall'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e la circolare del 3 aprile del ministero della Salute, che ha la responsabilità della prevenzione. I tamponi vanno fatti con priorità a sanitari, pazienti ospedalizzati e a coloro i quali hanno sintomi». Così Angelo Borrelli in audizione alla Commissione Affari costituzionali della Camera.

Le mascherine
Per quel che riguarda le mascherine, Borrelli ha precisato:
«Su 52 contratti per la fornitura di 354 milioni di mascherine, il Dipartimento della Protezione Civile ne ha annullati 13 per un totale di 37 milioni di dispositivi», sottolineando che fin dall'inizio dell'emergenza sono state riscontrare «notevoli difficoltà» per reperire i dispositivi. Da un lato, affermato Borrelli, «è mancata una produzione nazionale», dall'altro, «la situazione dell'epidemia nel mondo ha bloccato la possibilità per i paesi maggiormente produttori (India, Turchia, Cina in un primo momento, Russia, Romania) di esportare tali prodotti. A questo va aggiunta «l'improvvisa chiusura del traffico aereo internazionale» dopo la dichiarazione dell'Oms di pandemia, «tanto che il Governo ha impiegato i velivoli dell'Aeronautica militare». Dei 52 contratti - per un valore complessivo di oltre 354 milioni, 22 sono stati trasferiti al Commissario per l'emergenza Domenico Arcuri, per i quali risultano prestazioni ancora da esigere. 
 






 



 

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