Il funerale del Gran Maestro, mascherine antivirus e tanti dubbi sulla riforma, «la sfida delle sfide»

Il funerale del Gran Maestro, mascherine antivirus e tanti dubbi sulla riforma, «la sfida delle sfide»
di Franca Giansoldati
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Martedì 5 Maggio 2020, 14:58 - Ultimo aggiornamento: 6 Maggio, 06:48

Città del Vaticano – Si è svolto in streaming, con mascherine e in un clima di incognite il funerale del nobile Frà Giacomo Dalla Torre, Gran Maestro dell'Ordine di Malta, nella chiesa del Piranesi all'Aventino. Il cardinale delegato, Angelo Becciu nell'omelia ha ripetuto che i principi ispiratori dell'Ordine di Malta – protezione della fede e servizio ai poveri e malati – saranno alla base del rinnovamento di quest'ordine cavalleresco. «La sfida delle sfide».  Più che altro una bella gatta da pelare.

Becciu faceva riferimento «alla Riforma della Costituzione per la quale Fra’ Giacomo si adoperava per incamminarla sul solco dell’assoluta fedeltà al suo carisma fondante». Un punto complicato sul quale anche in passato ci sono stati scontri tra due anime, quella più «mondana» e spregiudicata, portata a ridimensionare l'adesione al magistero della Chiesa in termini di rispetto ai dettami della morale e, invece, la parte più tradizionalista e rigorosa. La contesa arrivò ad uno scontro aperto tra il cardinale Burke – il prelato dell'Ordine che tecnicamente risulta ancora solo sospeso – e il nobiluomo tedesco Boeselager, dotato di grande spirito pratico e avente la funzione di di Gran Cancelliere. Il pretesto che fece da detonatore fu la questione della distribuzione di profilattici da parte del Malteser in zone di guerra. Alla fine questo corto circuito costò la testa all'ex Gran Maestro Festing – defenestrato da Papa Francesco senza alcun motivo formale. Festing in spirito di obbedienza se ne andò in Gran Bretagna a vivere ritirato in un modesto cottage, conducendo una vita solitaria cadenzata dalla preghiera e dal silenzio, lamentando nell'unica intervista concessa in Italia, al Messaggero, che lui stava solo cercando di fare pulizia interna.

Tutto fu ben presto messo a tacere. Al suo posto Papa Francesco diede il placet per l'elezione di Giacomo Dalla Torre, figura neutra, bonaria ma di scarso polso.

La sua morte rimette tutto in gioco anche se torna a farsi sentire l'urgenza  della riforma della costituzione nella parte più importante: valutare il ruolo dei professi, ossia nobili da diverse generazioni che prendono i voti rispettando obbedienza, povertà e castità e ai quali spettano le redini dell'Ordine.

Al momento è fissato un capitolo generale straordinario per novembre, stabilito secondo le ultime volontà di Dalla Torre, anche se secondo tanti cavalieri quella convocazione risulta sospetta, visto che sarebbe stata fatta in punto di morte. C'è persino chi arriva ad insinuare - i più maligni - che sia stata fatta post mortem, cioè firmata dopo il suo decesso.

L'altro mistero avvolge anche l'orario della morte di Fra Giacomo – avvenuta in una clinica romana. E' stata annunciata le prime ore del mattino del 29 aprile con un comunicato stampa. Eppure già al mattino c'era chi aveva fatto dichiarazioni di cordoglio, fino a che la stessa pagina di Wikipedia di Dalla Torre aveva riportato il decesso. Salvo poi la smentita e la correzione di Wikipedia. Insomma, un pasticcio sul quale – considerando il clima di veleni interni – si stanno accavallando dubbi, sospetti, diffidenze che di certo non giovano.

Adesso ogni procedura formale è nelle mani di un nobiluomo portoghese, un ottuagenario un po' fragile in salute e, naturalmente, del cardinale Angelo Becciu che dovrà vigilare su ogni passaggio per conto di Papa Francesco. 


 

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