Coronavirus, anche Apple e Google "ci tracciano": ecco come aiuteranno Immuni

Coronavirus, anche Apple e Google "ci tracciano": ecco come aiuteranno Immuni
di Francesco Malfetano
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Lunedì 4 Maggio 2020, 18:45 - Ultimo aggiornamento: 19:05
Continua la rincorsa dei colossi della Silicon Valley per aiutare i governi di tutto il mondo nella lotta al Coronavirus. Come annunciato ad inizio aprile infatti, Apple e Google hanno presentato ieri il proprio sistema di exposure notifications. Vale a dire, la propria versione dell’ormai famoso contact tracing che arriverà a metà maggio per supportare le app sviluppate da ogni Paese, come Immuni. In pratica, le due aziende che dominano il mercato globale dei sistemi operativi degli smartphone, offriranno ai Governi un set di definizioni e protocolli con cui integrare l’app a cui stanno lavorando per renderla più stabile ed efficace. Non solo, sul lungo termine, i due colossi puntano ad offrire anche un sistema di exposure notifications già interno agli smartphone. In pratica, un’impostazione che non richieda alle persone di installare un’app per il contact tracing, ma che ne sia già dotato il telefono.

PERCHÈ?
Le applicazioni come la nostrana Immuni infatti, potrebbero incappare in problematiche di natura tecnica che rischiano di intaccarne il successo. Ad esempio iPhone e dispositivi Android potrebbero non essere in grado in rilevarsi a vicenda oppure, le applicazioni sviluppate, potrebbero risultare instabili e quindi drenare la batteria dello smartphone velocemente. Non solo, il proliferare di app diverse in ogni Paese potrebbe rendere molto difficile estendere il contact tracing anche al di là dei confini. Tutte motivazioni per cui l’intervento dei due colossi si è reso indispensabile. Con l’integrazione dell’exposure notification infatti, circa tre miliardi di smartphone potrebbero diventare immediatamente compatibili e offrire standard tecnologici condivisi che meglio contrastano l’epidemia da Coronavirus.
Proprio per questo, l’inedita formazione di Big Tech ha messo a disposizione di tutti non solo una serie di simulazioni delle schermate che mostrano come potrebbe essere un’ipotetica app ma anche il codice utilizzato per sviluppare questo esempio a cui ispirarsi. Inoltre è stato anche chiarito a quali policy deve rispondere il software per poter integrare le “semplificazioni” messe a disposizione. In particolare, oltre a essere creato da un Governo o un’autorità sanitaria per combattere la diffusione della Covid-19, le app di contact tracing dovranno richiedere il consenso degli utenti prima di utilizzare il sistema di Exposure Notification. Allo stesso modo servirà l’espressa autorizzazione del cittadino interessato per condividere il risultato del tampone con le autorità sanitarie. Inoltre, per usufruire del supporto di mela morsicata e Big G, bisognerà assicurare che i dati degli utenti non verranno condivisi in alcun modo per finalità pubblicitarie e che, sorpattutto, non si utilizzeranno i servizi di localizzazione. In ogni caso l’API del servizio, vale a dire definizioni e protocolli con cui vengono realizzate le applicazioni, sarà concessa nella misura di uno per ogni Paese, al fine di evitare la frammentazione che renderebbe il tracciamento meno efficace.

COME FUNZIONA
Le modalità di funzionamento sono ormai definite: Alice e Roberto non si conoscono ma si ritrovano, per qualsiasi motivo, a distanza ravvicinata. I loro smartphone, attraverso il Bluetooth, si scambiano dei codici identificativi anonimi che certificano il loro contatto. Dopo qualche giorno Roberto è positivo al tampone per la Covid-19 e inserisce il risultato sull’app. Con il suo consenso, l’applicazione carica tutti i dati sui contatti avuti da Roberto negli ultimi 14 giorni e li rende disponibili alle autorità sanitarie. Alice intanto aveva continuato con la sua quotidianità, inconsapevole di essere stata esposta al contagio. Riceve però una notifica dall’app di riferimento che l’avvisa del contatto e gli inoltra gli specifici suggerimenti. Le modalità di questo avviso saranno ovviamente definite da ogni singolo Paese e dai propri consulenti sanitari. In Italia ad esempio, la scorsa settimana, la ministra dell’Innovazione Paola Pisano in audizione alla I commissione della Camera dei Deputati, ha fatto sapere che proprio un sistema del genere verrà implementato da Immuni. Saranno cioè esclusivamente le notifiche dell’applicazione ad informare i cittadini, non ci saranno né sms, né email o telefonate. Il tutto per evitare la violazione della privacy.
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