Coronavirus, papà torna a casa dopo 40 giorni in ospedale: il video è commovente

Marco torna a casa dopo 40 giorni di positività al Coronavirus, accolto dall'abbraccio della famiglia
di Roberta Savona
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 29 Aprile 2020, 20:00 - Ultimo aggiornamento: 30 Aprile, 11:13

È un messaggio di speranza, una vera storia a lieto fine quella raccontata dal video già virale pubblicato sui social dalla giovane Clarissa, figlia di Marco Barbieri, un padre di 56 anni che oggi lavora come tassista e che mai avrebbe immaginato di vivere l'esperienza della pandemia in prima persona, lottando per quaranta giorni contro il coronavirus. Nella sua vita Marco è stato anche tra i dirigenti della A.S.Roma dove ha lavorato con giocatori come Daniele De Rossi e Marco Del Vecchio. 

Turista litiga con la moglie e la lancia dal balcone: «Ero stressato dal lockdown»
Coronavirus mascherine, Finanza acquisisce documenti nella Protezione civile. Pivetti: magistratura chiarirà tutto

In questi giorni di ricovero, sono stati in tanti i giocatori e i colleghi della società romanista ad aver scritto messaggi di auguri e di sostegno all'ex dirigente Barbieri, compresi gli amici della Curva Sud del Gruppo R.V., che dopo quaranta giorni di positività al Covid-19, guardano online il compagno tifoso tornare a casa dalla sua famiglia. Ad attenderlo ci sono la moglie Tiziana e i figli Mirko e Clarissa, che lo travolgono con il loro abbraccio, raccontando che «Lo spavento è stato tanto, ma ancor più grande è stata la gioia di vederlo rientrare a casa». A riprendere dalla finestra il ritorno a casa di Marco ci sono i vicini, mentre in sottofondo scorrono le note de "Il Gladiatore", perché da vero combattente romano qual è, Marco è riuscito a sconfiggere nell'arena della vita l'avversario più temuto, quel virus che lo ha tenuto lontano dai suoi affetti e che lo ha costretto sveglio per nove giorni con un grande casco in testa, da cui giungeva quell'ossigeno che gli ha salvato la vita.
 



«È iniziato tutto lo scorso 18 marzo. Papà ha cominciato ad avere febbre e tosse e poi di colpo lamentava una grande fatica a respirare», racconta la figlia Clarissa a Il Messaggero. «Abbiamo chiamato subito l'ambulanza, lui è finito in ospedale dove gli hanno fatto il tampone che è risultato positivo. Di riflesso anche noi siamo stati messi in quarantena per 15 giorni». È ancora incredula la ragazza, che sottolinea quanto sia facile sottovalutare il problema fino a che non si è coinvolti in prima persona. «Siamo grati al Sant'Eugenio e soprattutto allo Spallanzani, dove papà è stato accolto e trattato benissimo. Gli infermieri erano tutti preparati e sempre presenti per ogni paziente. È stato bello vedere come ogni dimissione per loro, è vissuta come una vera e propria vittoria di squadra». Mentre Clarissa racconta la testimonianza di suo padre, la commozione e la felicità alleggeriscono il peso di un ricordo tutt'altro facile da digerire, che resterà a lungo impresso nella memoria della sua famiglia e dei tanti amici a cui la ragazza è grata per il sostegno e la vicinanza ricevute. «Finalmente a casa mia», ha dichiarato sospirando papà Marco, varcando la soglia di casa.

© RIPRODUZIONE RISERVATA