Coronavirus, cosa succederebbe senza lockdown? Ecco perché l'immunità di gregge non funziona

Il grafico che mostra il fenomeno dell'overshooting
di Pietro Piovani
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Mercoledì 29 Aprile 2020, 07:52 - Ultimo aggiornamento: 12:02

Cosa succederebbe se un Paese non prendesse alcuna misura di contenimento del virus? Si può davvero sperare che, arrivati a un certo livello di diffusione dell'epidemia, la popolazione venga protetta dall'immunità di gregge? Un importante biologo statunitense, Carl T. Bergstrom, noto anche per il suo impegno contro la disinformazione in campo scientifico, ha spiegato perché il concetto di immunità di gregge è in realtà molto sopravvalutato e sarebbe ben poco efficace nel fermare la corsa del Sars-Cov-2. Le sue considerazioni sono state rilanciate, su Twitter, anche da Marc Lipsitch, l'epidemiologo di Harvard. Quello che Bergstrom contesta è la convinzione che la soglia del 60% di infetti sia davvero quella a cui un'epidemia si fermerebbe: in realtà il livello a cui il contagio si arresterebbe è molto più alto, circa il 90%.

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Il biologo argomenta il suo calcolo ricorrendo al concetto di “overshooting” (in italiano: superamento) un fenomeno ben studiato dall'epidemiologia. La teoria dell'immunità di gregge non viene smentita, la sua validità al contrario rimane confermata e Bergstrom la definisce «un concetto chiave per tutti i modelli epidemiologici»: quando l'infezione raggiunge il 60% di una comunità la diffusione del virus si ferma, perché la maggior parte degli individui che hanno l'infezione in corso trova intorno a sé persone che già hanno avuto il virus e dunque sono immuni. Ma attenzione: arrivato al 60% della popolazione il virus non si ferma bruscamente, bensì rallenta con una frenata lunga. Il 60% di contagio rappresenta il momento del picco della curva epidemica, curva che poi comincia a scendere ma la discesa di una curva epidemica (come stiamo vedendo in Italia) può durare molte settimane. In questo periodo di avanzamento per inerzia migliaia e migliaia di persone continuano ad ammalarsi, e quando finalmente si arriva alla conclusione dell'epidemia, quando davvero i contagi si azzerano o quasi, ormai il virus ha raggiunto il 90% della popolazione. Un livello di diffusione che in un Paese come l'Italia, considerato il tasso di letalità del Sars-Cov-2, vorrebbe dire forse qualche milione di morti, o come minimo qualche centinaia di migliaia. Tutto questo, peraltro, è valido solo se ci si basa sul presupposto ottimistico di un'immunità garantita dall'aver già contratto il virus. Cosa che al momento è poco più che un'ipotesi, molto realistica certo ma ancora non dimostrata. Non si può escludere che invece i malati guariti dal nuovo coronavirus non godano di protezioni e si reinfettino una seconda volta.

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Il discorso di Bergstrom non è solo teorico, ma è mirato a indirizzare eventuali governi che decidano di non introdurre chiusure e misure di contenimento, nella convinzione che comunque il Covid-19 non si può fermare e allora tanto vale arrivare subito all'immunità di gregge. Nei giorni scorsi nella comunità scientifica si è aperto il dibattito sull'opportunità di adottare strategie di questo genere nei Paesi più poveri - alcuni hanno fatto l'esempio dell'India - che non possono permettersi uno o due mesi di economia bloccata e che possono contare su una popolazione dall'età media abbastanza giovane. A questi Paesi il professore lancia un avvertimento o se si preferisce offre un consiglio: se davvero si vuole intraprendere questa strada, preparatevi almeno un piano di contenimento per arrestare rapidamente l'epidemia appena raggiunta la soglia del 60%. Un “lockdown” mirato e ridotto nel tempo, che abbia conseguenze limitate sull'economia, potrebbe bastare a evitare il fenomeno dell'overshooting e dunque consentirebbe di salvare molte vite umane. Fermo restando che - ribadisce Bergstrom – anche se si riuscisse a bloccare la diffusione al 60% resterebbe sul campo un numero altissimo di vittime. Restando sull'esempio dell'India, il biologo calcola che questa strategia comporterebbe 19 milioni di morti, ma almeno salverebbe 5 milioni di vite bloccando sul nascere il meccanismo dell'overshooting.

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