Coronavirus, Franceschini: «Aiuti al turismo, sarà un’estate di vacanze made in Italy»

Coronavirus, Franceschini: «Turismo, sarà un estate di vacanze made in Italy»
di Mario Ajello
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Mercoledì 29 Aprile 2020, 00:09 - Ultimo aggiornamento: 12:42

Ministro Franceschini, gli italiani vogliono sapere: potranno andare in vacanza all’estero quest’estate oppure le frontiere del nostro Paese saranno chiuse in uscita e in ingresso?
«Nessuno ha mai parlato di confini chiusi al turismo. Temo che la fake news secondo cui le frontiere saranno chiuse fino alla fine del 2020 sia stata fatta girare ad arte, per spostare verso altri Paesi i flussi turistici. Anzi, all’opposto, anche nel consiglio dei ministri del turismo europei, che s’è svolto l’altro giorno, oltre che sul tema delle risorse abbiamo insistito sulla necessità di individuare al più presto criteri uniformi di sicurezza sanitaria, in modo da consentire spostamenti liberi infraeuropei, senza rischi per il Paese d’arrivo. Dobbiamo avere gli stessi protocolli e gli stessi standard di tutela sanitaria, così che i cittadini dei vari Paesi Ue si possano muovere in tranquillità».

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Sta dicendo che questa estate noi possiamo andare all’estero e gli stranieri possono venire qui?
«Stiamo lavorando per questo. Sto anche avviando in questo senso colloqui con la Germania che è il Paese che ha più turisti in uscita verso l’Italia. Ma anche per quanto riguarda questo settore, la ripresa della vita economica e sociale deve essere compatibile con le garanzie di non ripresa del contagio e con le indicazioni del comitato tecnico-scientifico. Intanto immagino, purtroppo, che il turismo internazionale questa estate avrà un forte calo. Sia in entrata sia in uscita. Quindi, stiamo facendo un investimento forte sul turismo interno, perché questa sarà un’estate di vacanze in Italia».

Investimenti quanto sostanziosi?
«Non do cifre, finché non ci saranno le norme di legge. Ne sto parlando con Conte, con Gualtieri e con gli altri ministri. L’idea è quella di dare un sostegno alle imprese turistiche e un incentivo alle famiglie sotto un certo reddito e con figli a carico, un bonus che possano spendere in strutture ricettive nel nostro Paese. Così si aiutano sia le imprese turistiche sia le famiglie a reddito medio-basso». 

Ma che turismo è se, per esempio, solo in pochi si potrà mangiare nei ristoranti e nelle pizzerie? 
«Credo si debba dare la possibilità di aumentare il numero di tavoli all’aperto. Stiamo lavorando con il ministro Patuanelli, per intervenire sia sulla tassa di occupazione del suolo pubblico sia sulla semplificazione delle procedure per ottenere il permesso». 

Resta il fatto che una data chiara, ossia la certezza che da un tot giorno le frontiere turistiche saranno riaperte, non può proprio darcela. Darebbe serenità a molti e consentirebbe a tutti di fare programmi. 
«I tempi sono un tema in discussione. Ci stiano confrontando con il comitato tecnico-scientifico sui criteri di sicurezza per la riapertura progressiva di tutti i settori di competenza del mio ministero. Dagli stabilimenti balneari al teatro, ai musei, ai cinema, ai set cinematografici e via così. Le date, per il turismo e per tutto il resto, le decideremo in base all’andamento dell’epidemia. E intanto sia il ministero sia il comitato tecnico-scientifico stanno assumendo i suggerimenti, per la ripartenza in sicurezza, degli operatori dei vari settori che ci riguardano». 

Apriranno prima i cinema o i teatri? Il direttore del Sistina, Piparo, e tanti come lui, chiedono parole certe, date vere, e temono il peggio... 
«Leggo tanti appelli del mondo dello spettacolo. Tutti utili. Ci sono le star, le imprese con le spalle robuste, ma anche artisti meno conosciuti e tutte le maestranze su cui si regge questo settore. Ho deciso di partire da questi ultimi. Primo: con l’intenzione di garantire per il 2020 la distribuzione del Fondo unico dello spettacolo e del Tax credit cinema, che sommate tutte insieme sono quasi un miliardo, anche al di fuori del rispetto obbligato dei parametri per la loro erogazione. Per poterlo fare, mi serve però una norma di legge nel prossimo decreto. Abbiamo già approvato un fondo di emergenza di 130 milioni di euro per lo spettacolo dal vivo e per il cinema. E prima, c’è stato il decreto, già firmato, per dare 20 milioni di euro ai soggetti non finanziati dal Fus: si tratta di teatri minori, circhi, compagnie di musica e di danza. Ancora: ieri mattina, ho firmato un decreto di 13 milioni che derivano dalla cosiddetta copia privata che vanno ad autori, artisti, interpreti, esecutori, che sono a reddito basso, sotto i 20mila euro lordi all’anno. E abbiamo fatto anche un altro decreto: quello per lo spettacolo viaggiante. Cioè per le giostre, i lunapark, gli spettacoli di marionette... Continuerò così: dare risorse cominciando dai meno protetti». 

Ma non ci ha detto se riaprono prima i cinema o i teatri.
«Il problema è quello del distanziamento. Se parli di un cinema, devi garantire norme di sicurezza in platea. Se parli di uno spettacolo dal vivo, devi garantire queste norme sia in platea sia sul palco. Non è semplice immaginare un coro o un’ orchestra che cantano o suonano nel rispetto delle distanze di sicurezza. E quindi in questi casi le complicazioni sono maggiori». 

Dunque ci sta dicendo che aprono prima i cinema. Ma quando?
«Non posso dare date. Anche di questo stiamo parlando con il comitato tecnico-scientifico e con gli operatori del settore. Due cose comunque possono aiutare: gli spazi aperti per gli eventi culturali e il progetto su cui stiamo lavorando con la Cassa depositi e prestiti. Quello per cui si possono vendere i biglietti dello spettacolo non solo per vederlo dal vivo ma anche per vederlo online. Una sorta di Netflix della cultura italiana, per capirsi». 

Almeno la data su quando potremo andare a visitare il Foro romano o Pompei, che sono all’aperto, può darcela?
«L’orientamento è quello di aprire i musei e i parchi archeologici dal 18 maggio. Nella stessa modalità dei supermercati: con il distanziamento tra le persone, mascherine e ingressi a scaglioni». 

Ha visto che in Francia già stanno retrocedendo da alcune riaperture e in Germania dopo la fine del lockdown il contagio è risalito? Esempi che vi spaventano ancora di più per la fase 2?
«Bisogna essere prudenti. Adottare il giusto equilibrio tra tutela della salute e ripartenza della vita economia e sociale. E serve la massima attenzione per riuscirci. Ci muoviamo un passo alla volta. Faccio l’esempio dei balneari o di chi lavora negli altri settori di nostra competenza: io ti dico già come potrai organizzarti quando dovrai aprire ma la data della riapertura te la dirò quando l’andamento epidemiologico ci consentirà di dirtela». 
 

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