Abruzzo, ristoranti chiusi e pochi acquisti di pesce: 500 pescherecci a picco

Abruzzo, ristoranti chiusi e pochi acquisti di pesce: 500 pescherecci a picco
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Mercoledì 29 Aprile 2020, 08:45 - Ultimo aggiornamento: 09:59

Ristoranti chiusi, poco pesce fresco a tavola (boom invece dei surgelati) e la flotta abruzzese dei pescherecci rischia di colare a picco. A lanciare l'allarme è Coldiretti Abruzzo, che evidenzia come lo stop forzato alla ristorazione fino alla vigilia dell’estate è un duro colpo per il settore ittico che coinvolge anche la chiusura a cascata delle pescherie e dei mercati ittici all’ingrosso e alla produzione.
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In Abruzzo sono interessati circa 500 pescherecci tra piccola pesca, strascico, circuizione e draghe idrauliche.  «Ad aggravare la paralisi del settore sono i limiti agli spostamenti che – spiega Coldiretti – hanno causato anche il crollo della domanda di pesce fresco per consumo casalingo con la nuova tendenza a fare la spesa ogni 2-3 giorni, per evitare di doversi recare spesso al supermercato, che ha portato i consumatori ad orientarsi verso conservati e surgelati, considerando che il consumo pro capite di pesci, molluschi e crostacei in Italia si aggiorna attorno ai 30 chili all’anno».
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La possibilità di vendita a domicilio e dell’asporto – sostiene la Coldiretti - è una importante opportunità anche se non sufficiente ad aiutare il settore soprattutto alla luce del crack turistico. In queste condizioni è necessario sostenere un settore sul quale pesa già un forte dipendenza dall’estero da dove viene l’80% del pesce consumato in Italia anche per la mancanza dell’obbligo dell’indicazione di origine sui piatti consumati al ristorante che consente di spacciare per nostrani prodotti provenienti dall’estero che hanno meno garanzie rispetto a quello Made in Italy.
 
 

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