Coronavirus, autocertificazioni, congiunti e bimbi. Caos fase 2, Viminale al lavoro

Coronavirus, autocertificazioni, congiunti e bimbi. Caos fase 2, Viminale al lavoro
di Simone Canettieri
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Martedì 28 Aprile 2020, 14:05 - Ultimo aggiornamento: 17:40

La nuova autocertificazione per uscire di casa, il perimetro normativo dei «congiunti» che si possono andare a trovare. E poi gli spostamenti nelle seconde case purché nella stessa regione. Per non parlare del cibo ad asporto: servirà prenotarlo prima? E soprattutto: entro occorrerà prenotarlo on-line per evitare file chilometriche?

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E le passeggiate nei parchi dei bimbi saranno concesse anche alla presenze delle tate se i genitori non dovessero esserci? Sono solo alcune delle tante domande che non hanno ancora risposta. Il Dpcm che entrerà in vigore dal 4 maggio e che segnerà la fase 2 dell'Italia ai tempi del coronavirus è ancora un caos.

Il capo di Gabinetto del ministero dell'Interno, Matteo Piantedosi, ha messo al lavoro i suoi uffici che stanno
esaminando con grande attenzione le 70 pagine del decreto che avvia la Fase 2. Naturalmente, più chiare sono le norme, meno spazio si dà alle loro possibili differenti interpretazioni.

L'obiettivo - non agevole - è tradurre le misure contenute nel provvedimento in indirizzi chiari ed incontrovertibili da fornire a chi poi materialmente è chiamato a farle rispettare.

L'articolo 9 del Dpcm riporta infatti che «il prefetto territorialmente competente, informando preventivamente il
ministro dell'Interno, assicura l'esecuzione delle misure di cui al presente decreto, nonché monitora l'attuazione delle restanti misure da parte delle amministrazioni competenti». Dall'11 marzo - data di entrata in vigore dei primi divieti di spostamento - oltre dieci milioni di cittadini sono stati controllati dalle forze dell'ordine. Con l'Italia non più in lockdown, ma parzialmente riaperta, è più complicato applicare la stessa frequenza e capillarità dei posti di blocco nelle città e lungo le strade non più semideserte.

Un confronto con i vertici del Dipartimento della Pubblica sicurezza potrebbe portare ad una modifica dell'attuale organizzazione dei servizi sul territorio per il contrasto alla diffusione del Covid-19. L'attenzione rimarrà comunque alta, con la ministra Lamorgese che più volte ha sottolineato l'importanza di «non vanificare
gli sforzi» che il Paese ha fatto finora. E cambierà - ma si punta a fare solo un leggero ritocco -
anche il modulo per l'autocertificazione che i cittadini sono tenuti a presentare per giustificare i propri spostamenti. Tra le motivazioni che rendono legittimo lo spostamento, il nuovo decreto inserisce infatti anche quelli «per incontrare i congiunti» e consente il rientro «presso il proprio domicilio, abitazione o residenza».
 



Le novità dovrebbero essere inserite nella nuova versione del modulo che, naturalmente, riporterà come riferimento normativo l'ultimo decreto e non quello precedente. La circolare - attesa a breve - potrebbe inoltre fornire precisazioni sull'utilizzo delle mascherine e sul mantenimento delle distanze, oltre che dare ai prefetti le nuove indicazioni riguardanti le attività produttive e commerciali.

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