Ne va delle tenuta della maggioranza e anche del progetto di coloro che nel Pd pensavano, e forse pensano ancora, che alleandosi con gli eredi di De Gasperi e Spinelli avrebbero abbandonato per sempre la visione sovranista e anche un po’ complottarda dell’Europa.
Conte la faccia sulla trattativa ce l’ha messa, eccome. Ha anche terrorizzato il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri con quel “non useremo mai il Mes” che chiude ogni exit strategy qualora poi l’Italia avesse bisogno del supporto della Bce. Ma il presidente del Consiglio è “capace di sorprenderci” e quindi aspettiamo il 23 aprile, giorno del Consiglio europeo quando si capiranno un po’ meglio tempi e modi del Fondo per la ripresa che dovrebbe emettere obbligazioni europee. Solo allora si capirà se è quanto il grillismo saprà fare i conti con il possibile e se la politica sarà in grado di affrontare i problemi o se deciderà di auto-commissariarsi e serviranno, oltre a Vittorio Colao, altri tecnici - magari alla Mario Draghi - per portare fuori il Paese dalla decrescita infelice.
Il furioso attacco ieri al Salvini e Meloni svela le preoccupazioni del premier sulla tenuta della sua maggioranza, ma pensare di ricompattarla fomentando il nemico non è detto che riesca.
© RIPRODUZIONE RISERVATA