Vodafone lancia l'app che aiuta la ricerca sul Covid-19 mentre... dormiamo

Vodafone lancia l'app che aiuta la ricerca sul Covid-19 mentre... dormiamo
3 Minuti di Lettura
Venerdì 10 Aprile 2020, 13:54
Fondazione Vodafone e Imperial College di Londra uniscono le proprie forze per combattere il coronavirus e lanciano un nuovo progetto che permette a chiunque abbia uno smartphone di dare un contributo concreto, semplicemente dormendo. Grazie a DreamLab, l’app gratuita di Fondazione Vodafone che sfrutta la potenza di calcolo degli smartphone per accelerare la ricerca in campo medico, è possibile infatti sostenere gli studi degli scienziati dell’Imperial College sui trattamenti per il Coronavirus (COVID-19). Per farlo, è sufficiente scaricare l’app, mettere in carica il proprio device e donare la potenza di calcolo mentre è inutilizzata, ad esempio durante la notte. DreamLab è l’app sviluppata da Fondazione Vodafone Australia per permettere a chiunque, in modo semplice, di supportare la ricerca sul cancro mentre il telefono è in carica, ad esempio mentre dormiamo. La potenza di calcolo degli smartphone - normalmente impiegata per posta elettronica, app, streaming di video o musica - è infatti una risorsa inutilizzata durante la notte e grazie a DreamLab può essere messa a servizio della ricerca.

Da maggio 2019, DreamLab è disponibile anche in Italia DreamLab è disponibile anche in Italia a sostegno di Fondazione AIRC e del progetto “Genoma in 3D”, condotto presso IFOM. Ad aggiungersi a quelli esistenti, è stato lanciato un nuovo progetto che utilizzerà la stessa tecnologia per contribuire alla lotta contro il Coronavirus. Il progetto “Coronavirus” è ora disponibile per il download, oltre che in Italia, in Australia, Nuova Zelanda, Spagna, Romania e Regno Unito, a cui si uniranno altri paesi nelle prossime settimane. * Dopo aver scaricato gratuitamente DreamLab dall’App store per iOS o da Play Store per Android, l’utente potrà selezionare il progetto “Coronavirus” nella sezione ‘Progetti’ e scegliere quanti dati di rete mobile o Wi-Fi donare alla ricerca. Per i clienti Vodafone, l’utilizzo non comporta il consumo del traffico dati.



Il progetto combina algoritmi di intelligenza artificiale e la potenza di calcolo degli smartphone per accelerare la scoperta di nuovi componenti anti-virali nei farmaci esistenti e per aiutare l’identificazione di molecole anti-virali negli alimenti, velocizzando l’accesso a farmaci efficaci e consentendo in futuro cure personalizzate contro questa malattia infettiva.

Creando una rete di smartphone, DreamLab “aziona” un super computer virtuale in grado di elaborare miliardi di calcoli, senza raccogliere o rivelare dati sulla posizione degli utenti. Sfruttando unicamente la potenza di calcolo, infatti, nessun dato personale viene elaborato o scaricato dal dispositivo dell'utente. Il progetto “Coronavirus” si divide in due fasi:

1. Identificazione di farmaci e di molecole alimentari esistenti con proprietà antivirali;
2. Ottimizzazione delle combinazioni fra le molecole di farmaci e alimenti con proprietà antivirali per una maggiore efficienza nella lotta contro le infezioni da coronavirus. Se le tradizionali ricerche sperimentali e i metodi standard di ricerca richiederebbero anni di sviluppo, l’approccio del calcolo distribuito utilizzato da DreamLab riduce drasticamente i tempi di analisi di una grande quantità di dati.

Se un normale PC, in funzione 24 ore al giorno, impiegherebbe decenni per elaborare i dati, una rete di 100.000 smartphone interconnessi di notte può eseguire lo stesso compito in un paio di mesi. In occasione del lancio del progetto in Italia è previsto uno spot che sarà in onda dal 10 aprile sulle principali emittenti televisive per invitare i clienti a scaricare DreamLab e supportare la ricerca sul Coronavirus. “Uniti nella lotta contro il COVID-19, anche mentre dormiamo”: è questo il messaggio dello spot Vodafone dedicato all’iniziativa, un ulteriore capitolo del nuovo format “Insieme”, realizzato interamente da remoto con la Giga Network e i clienti Vodafone per raccontare l’importanza della connettività.
© RIPRODUZIONE RISERVATA