Afghanistan, da cinque ragazze i prototipi dei ventilatori per la terapia intensiva.

Courtesy Roya Mahboob
di Simona Verrazzo
3 Minuti di Lettura
Giovedì 9 Aprile 2020, 13:22

L’emergenza Cornavirus ha colpito anche l’Afghanistan, paese martoriato da decenni di guerre, poi oppresso dalla dittatura islamista dei Talebani. La situazione sanitaria locale, con un’economia disastrata e un territorio in gran parte minato, rendono ancora più difficile le cure dei pazienti colpiti da Covid-19.

Anche il governo di Kabul ha adottato misure come chiusure e isolamento, rendendo più drammatica la vita al di fuori delle città. Ma, nonostante un periodo così cupo, non mancano notizie che infondono speranza, grazie alle donne.

A Herat, terza centro più popoloso del paese, una squadra di ragazze adolescenti ha realizzato due prototipi di respiratori che le autorità locali possono utilizzare per le persone ricoverate risultate positive al Coronavirus.

Somaya Faruqi (capitano), Dyana Wahbzadeh, Folernace Poya, Ellaham Mansori e Nahid Rahimi: sono loro le cinque giovani, di età compresa tra i 14 e i 17 anni, ad aver messo a disposizione della comunità il loro talento.

Un piccolo miracolo che porta la firma di Roya Mahboob, 33 anni, ingegnere hi-tech e filantropa, che nel 2017 ha creato l’Afghan Girls Robotics Team. Si tratta di una vera e propria squadra composta esclusivamente da ragazze ancora minorenni: in tutto sono una cinquantina quelle selezionate e frequentano un programma educativo di due anni che sviluppa la loro attitudine verso l’ingegneria, in particolare quella robotica. Il team, in patria e all’estero, è conosciuto come The Dreamers (Le Sognatrici), perché queste giovani afgane sognano sia i loro progetti e sia il loro paese, l’Afghanistan, dove costruirli per migliorarne la qualità della vita. Con gli anni si sono già aggiudicate numerosi riconoscimenti, anche in Europa.

Con l’avanzata del Coronavirus la carenza di macchinari sanitari si è fatta ancora più sentire e il Comune di Herat (città dove è stato registrato il primo caso afgano) ha fatto un appello pubblico, chiedendo un maggior numero di ventilatori. Il team non si è tirato indietro e in cinque si sono messe a disposizione, realizzando due prototipi perfettamente funzionanti: uno con parti che riproducono un progetto del Massachusetts Institute of Technology (MIT), negli Stati Uniti, l’altro con componenti del motore di una Toyota Corolla.
Roya, che nel 2013 è stata inserita dal Time nella lista delle 100 Donne più influenti del mondo, ricorda come le ‘sue’ ragazze abbiano lavorato in condizioni difficili, limitate negli spostamenti, costrette a riunirsi in casa e con le famiglie preoccupate.

Nonostante ciò i due ventilatori sono stati ultimati e, in caso di necessità, possono essere di aiuto negli ospedali locali. Ora la squadra guarda a Mohammad Asif Rahimi, nuovo governatore della provincia di Herat e anche lui ingegnere, affinché aiuti le giovani a costruire nuovi prototipi per metterli subito in funzione nei reparti di terapia intensiva.

Secondo l’ultimo aggiornamento della mappa globale della John Hopkins University, in Afghanistan ci sono 444 casi di Coronavirus, di cui 14 decessi, 29 persone ricoverate e 401 positivi non ospedalizzati. Sono numeri però non attendibili, perché è molto difficile avere cifre esatte su alcune zone come quelle orientali di montagna lungo il confine con il Pakistan, o le province occidentali, verso l’Iran, la cui frontiera è stata immediatamente blindata.

© RIPRODUZIONE RISERVATA