Coronavirus: l'Asl di Chieti avvia
terapia domiciliare positivi

Coronavirus: l'Asl di Chieti avvia terapia domiciliare positivi
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Giovedì 9 Aprile 2020, 10:19
La Asl Lanciano Vasto Chieti prenderà in carico, a domicilio, le persone positive al test, anche con pochi sintomi, e quelle in attesa di risultati con una condizione clinica riconducibile al Coronavirus che non abbiano necessità di essere ricoverate in ospedale. Su segnalazione del medico di medicina generale, arriveranno a domicilio un medico e un infermiere per valutare le condizioni del paziente in base a temperatura corporea e presenza ed entità dei noti sintomi ricorrenti. Ogni assistito sarà dotato di un saturimetro, sempre a domicilio sarà avviato il trattamento farmacologico, finora praticato solo in ospedale, dato dalla combinazione tra idrossiclorochina, terapia antiretrovirale e azitromicina.



È la nuova strategia contenuta nel protocollo voluto dal dg dell’Asl, Thomas Schael, per il trattamento dei pazienti Covid e approvato dall’Unità di crisi, sperimentazione che sarà avviata fra qualche giorno, quando arriveranno i 500 saturimetri acquistati. La terapia durerà massimo 14 giorni, il monitoraggio avverrà due volte al giorno da parte di un medico del Servizio Igiene e sanità pubblica della Asl attraverso il sistema telefonico di sorveglianza domiciliare, una rivalutazione complessiva ci sarà dopo i primi sette giorni di terapia, aggiungendo un elettrocardiogramma e un’ecografia polmonare eseguita con sistema wireless e immagini trasmesse in diretta alla Radiologia dell’ospedale di Chieti. Se emergerà una completa risoluzione clinica e l’ecografia non rivelerà addensamenti polmonari, il paziente sarà considerato guarito e il ciclo terapeutico completato. In caso di condizioni stabili, o di miglioramento, ma non di guarigione, sarà consegnato il kit di farmaci per altri 7 giorni di terapia. In caso di peggioramento il paziente sarà inviato al Pronto soccorso per approfondimenti diagnostici e l’eventuale ricovero. «Questo protocollo, condiviso con l’Ordine dei medici e i medici di medicina generale - chiarisce Francesco Cipollone, direttore del Dipartimento di Medicina e coordinatore del progetto - nasce da una valutazione sul campo: troppo numerosi, in rapporto ai casi di positività, i malati che arrivano in ospedale con un quadro clinico assai compromesso, a rischio di rapido peggioramento. Di qui l’idea di anticipare a domicilio il trattamento farmacologico usato in ospedale, accompagnato da un monitoraggio stretto di parametri importanti, come il livello di saturazione di ossigeno, fondamentale nel rilevare con tempestività una difficoltà respiratoria fin dall’esordio. Un approccio alla malattia sicuramente nuovo, oggetto di uno studio scientifico al quale guardiamo con grande interesse e fiducia, confidando in risultati soddisfacenti».
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