Ardea, i cittadini contro i posti di blocco anti-virus sulla litoranea: ora indaga la Procura

I controlli della polizia ad Ardea
di di Stefano Cortelletti
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Giovedì 9 Aprile 2020, 10:17
Aver deciso di bloccare la strada che collega Anzio ad Ardea potrebbe costare qualche grana al sindaco del Movimento Cinque Stelle di Ardea Mario Savarese e al comandante della Polizia locale Sergio Ierace. Quella che era nata come una iniziativa tesa a controllare il più possibile tutti coloro che accedevano al territorio comunale di Ardea, e contenere il più possibile la possibilità della diffusione del Coronavirus, è stata mal digerita da qualche residente di zona che ha segnalato la questione alla procura della Repubblica di Velletri. In questi giorni si sta valutando se indagare sindaco e comandante per esercizio arbitrario delle proprie ragioni.
Da due settimane Ardea è in auto isolamento: una decisione maturata dall’amministrazione pentastellata visto l’aumento esponenziale di contagi nei comuni limitrofi. Erano stati istituiti quattordici varchi, tutti controllati dagli agenti della Polizia locale, dai carabinieri e dalla protezione civile: se non si avevano validi motivi, non si poteva attraversare i confini. Il problema è sorto quando un sindacalista si è rivolto alla prefettura di Roma segnalando come l’impiego di volontari per controllare le autocertificazioni fosse illegittimo. Da lì la decisione di chiudere le strade che non potevano essere presidiate dalla sola Polizia locale. Tra queste c’era anche la litoranea a Lido dei Pini. A dire il vero, il blocco è durato solo una giornata: dopo un confronto tra i due sindaci, Anzio aveva messo a disposizione una propria pattuglia di agenti municipali per consentire la riapertura della strada. Quelle ventiquattro ore di chiusura però avevano scatenato la rivolta dei residenti, specie di quanti da Anzio si dovevano recare a Pomezia o a Roma per lavoro e che erano costretti ad allungare di decine di chilometri il loro percorso.
Diversi anche gli interventi del commissariato di pubblica sicurezza di Anzio chiamato da alcuni cittadini indignati per la strada sbarrata. Senza contare che, in caso di necessità, neanche un’ambulanza sarebbe potuta passare. Tutto risolto con la riapertura? No, visto che ora c’è anche lo zampino della procura. Ardea, comunque, prosegue la sua strategia dell’auto isolamento e della chiusura totale dei propri confini ai non residenti. Sono attualmente 14 le persone risultate positive al coronavirus ad Ardea, compresa la 90enne deceduta a metà marzo. Per mantenere basso questo numero, Polizia locale e amministrazione comunale si sono dotati di un software solitamente impiegato nella gestione delle calamità naturali, ha equipaggiato due squadre di vigili con i droni per il controllo dall’alto del territorio, ha attivato una app per “mappare” gli spostamenti dei cittadini e avvertirli in caso di necessità. Tra lunedì e martedì sono state controllate oltre 3500 persone, non solo sui veicoli in transito ai varchi ma anche identificate su segnalazioni dei cittadini che, preoccupati dagli assembramenti, chiamano costantemente la sala operativa del centro operativo comunale di Ardea. Ma non solo.
A chiedere l’intervento della Polizia locale sono spesso anche gli autisti dei bus di linea Cotral, che non possono chiedere le ragioni del viaggio alle persone che trasportano. Così gli agenti salgono a bordo degli autobus e chiedono ai passeggeri le autocertificazioni e le motivazioni della loro presenza sul bus di linea. Sono state sorprese diverse persone che senza validi motivi di necessità, così come previsto dai decreti del governo, erano in viaggio verso Ardea: non solo sono stati fatti scendere dal mezzo, ma sono stati anche sanzionati. A dare supporto agli agenti ci sono le associazioni Nereo, Norsa, Martiri di Nassiriya, Airone e Croce Rossa. Insieme ai volontari, la Polizia locale sta distribuendo in questi giorni le mascherine presso le strutture per anziani e le case famiglia per minori presenti ad Ardea. Dispositivi di protezione individuale vengono donate anche agli automobilisti che attraversano i varchi in auto o alle persone in fila alle farmacie e supermercati. «L’uso di questi dispositivi di protezione deve essere il più possibile diffuso – spiega il comandante della Polizia locale Sergio Ierace – oltre al rispetto delle regole anti-contagio. Sembra essere di ausilio alla lotta al virus anche l’uso delle mascherine che, nel caso di uscite dettate da necessità, tutelano il cittadino da eventuali contagi: la prudenza non è mai troppa. Mi auguro che il buon senso prevalga tra i cittadini anche nei prossimi giorni di Pasqua e Pasquetta».
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