Garanzie, tassi, restrizioni, cig: ecco le misure prese dai governi Ue contro la crisi Covid

Garanzie, tassi, restrizioni, cig: ecco le misure prese dai governi Ue contro la crisi Covid
di Rosario Dimito
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Mercoledì 8 Aprile 2020, 21:41 - Ultimo aggiornamento: 22:56
Garanzie su prestiti, tassi agevolati, sovvenzioni dirette, aiuti per la ricerca più misure di restrizioni, come il lockdown vigente anche in Italia. Da una panoramica sulle iniziative economiche che i governi europei (più il Regno Unito) hanno posto in essere per reagire alla pandemia da Covid-19, emerge che il comune denominatore ruota attorno a questi interventi, declinati in forme diverse. Dalla ricostruzione degli aiuti notificati a Bruxelles, effettuata da Grimaldi studio legale, consulente della Commissione europea su tanti dossier anche legati all'attualità Covid-19, è possibile trarre alcune valutazioni. L'intervento pubblico in economia torna con forza e continuerà a caratterizzare le prossime manovre finanziarie degli stati europei, grazie all'allentamento sugli aiuti di stato deciso nelle scorse settimane dalla Commissione e già affrontato dal Messaggero.

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Più in generale, gli interventi governativi, per lo più effettuati nella seconda metà di marzo, hanno visto introdurre forti limitazioni alle libertà fondamentali ed alle libertà economiche nei vari paesi europei e non. Si è trattato principalmente dell’introduzione di misure restrittive della libertà di circolazione e di lockdown di alcuni settori commerciali nonché, a supporto di cittadini e imprese, interventi a tutela dei lavoratori (tramite formule differenziate in base alle peculiarità dei singoli ordinamenti), interventi sulla fiscalità (principalmente sospensione di adempimenti tributari e versamenti e misure di sostegno fiscale), supporto per creare maggiore liquidità a favore delle imprese principalmente di piccole e medie dimensioni.

 Sicuramente, come dimostra anche la recente vicenda dell’Ungheria o della tutela dei dati personali, il trade-off tra esigenze sanitarie e di ordine pubblico nei confronti di libertà e diritti ha chiaramente visto il prevalere dei primi. Sono stati assunti provvedimenti emergenziali in tutti i paesi, senza troppo preoccuparsi dei limiti propri degli ordinamenti giuridici nazionali, in considerazione di evidenti ed eccezionali esigenze di interesse generale. E’ tutto da verificare quale sarà il regime per la gestione del post emergenza, che scuramente prenderà tempo e solleverà complessi problemi giuridici.
 
In via generale, quasi tutti i paesi hanno approvato con grande tempestività ed efficacia immediata disposizioni specifiche a favore dell’introduzione dello smart working nei contesti lavorativi pubblici e privati  e di presidi sanitari appositi per coloro che sono costretti a recarsi sul luogo di lavoro.  Le stesse disposizioni hanno poi disciplinato le facoltà e i doveri dei datori di lavoro e forme di flessibilità contrattuale a favore di questi ultimi pur preservando i diritti dei dipendenti. Sicuramente + da registrare una forte innovazione nel mondo del lavoro, con l’impatto forte di un lavoro sempre più digital, sempre più da remoto.
 
Dal punto di vista degli aiuti, emerge un quadro caratterizzato dal ritorno all’intervento pubblico in economia, con una sostanziale e rilevante iniezione di risorse pubbliche in tutto il mondo, al fine di sostenere il mercato. Più in dettaglio, per il sostegno alle imprese, ci sono stati interventi sul fronte della liquidità e degli investimenti, rimandando spesso ad altri successivi atti la loro concreta attuazione. In Italia, il decreto liquidità varato martedì 7, ha stanziato 400 miliardi per imprese, privati ed exporti più norme per una deregulation temporanea del diritto fallimentare.

Molti Stati hanno inoltre già attivato misure specifiche e puntuali per le PMI in particolare o per determinati settori (turismo, trasporti) che risultavano maggiormente colpiti.  Per esempio gli Emirati Arabi, oltre aver disposto misure di sostegno finanziario per circa 100 miliardi di Dirham attraverso la Banca Centrale hanno al contempo previsto interventi mirati quali un sussidio sul costo dell'energia elettrica e dell'acqua per tutte le attività commerciali ed industriali. In Tunisia è stata introdotta l'abolizione delle commissioni bancarie sulle tipologie più frequenti di transazioni (es prelievo bancomat, transazioni elettroniche entro la soglia dei 100 dinari, emissione di carte di credito).  Altri Stati non hanno perso l'occasione per attuare forme più o meno interne di protezionismo, come in Spagna in cui sono stati limitati gl investimenti stranieri, sospendendo l'applicazione delle norme in materia di liberalizzazione in alcuni settori laddove l'investitore raggiuge una quota pari o superioe al 10% del capitale della società interessata o, a seguito di un'operazione può acquisire una posizione di controllo. In Belgio sono state adottate disposizioni per non penalizzare i birrifici a causa dei minor consumi di birra e ciascuna delle tre regioni (Bruxelles, Fiandre e Vallonia) ha attuato interventi di sussidio economico (in forma di bonus) alle imprese. Nella Repubblica Ceca si è annunciata l'abolizione della tassa sull'acquisto di beni immobili mentre la Romania ha abolito l'imposta sul valore aggiunto sull'importazione di medicini e dispositivi medici da utilizzare per fronteggiare l'emergenza Covid-19.
 
Interventi più dettagliati e immediatamente applicabili hanno riguardato inoltre il settore fiscale. Per lo più si è però trattato di interventi su scadenze imminenti per arginare la perdita di liquidità connessa ai pagamenti fiscali per cittadini ed imprese. Mancano però interventi più strutturali a livello di incentivazione fiscale per nuovi investimenti.
 
In definitiva, dal quadro fornito dall’handbook di Grimaldi con una panoramica su 40 paesi redatto dal managing partner Francesco Sciaudone, emerge che tutti i governi si sono attivati (più  o meno tempestivamente) per definire un nuovo assetto dei rapporti civili ed economici alla luce dell’emergenza sanitaria. Molte delle misure introdotte hanno durata (più o meno) temporanea, anche per la loro natura derogatoria, e, pertanto, sono necessariamente soggette a revisioni nei prossimi mesi. Con l’handbook si è fornito un set di informazioni - che verranno continuamente aggiornate - utili per cogliere l’essenza di quello che sta accadendo nei singoli ordinamenti giuridici, con una survey unico nella sua ampiezza ad oggi, capace di offrire una prospettiva sulle dinamiche internazionale. Nell’auspicio di poterlo presto considerare un documento storico, aiuta a conoscere e fronteggiare la complessità ed eterogeneità dei mercati internazionali, delineando uno scenario che potrebbe assumere rilievo determinante per aiutare le scelte che per un tempo non breve le imprese saranno chiamate a fare sui mercati internazionali.
 
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