Viterbo, obbligo di mascherine: il prefetto stoppa il sindaco Arena. «C'è abuso di potere»

Il prefetto Giovanni Bruno
di Renato Vigna
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Giovedì 9 Aprile 2020, 08:35

«Devo mettere la mascherina o posso mettere la mascherina?»: questo è il dilemma. Dilemma di non facile soluzione nel Viterbese. Nei giorni scorsi il sindaco Giovanni Arena, seguendo pedissequamente la scelta di qualche collega del Nord, ha deciso di imporre ai cittadini l’uso di apposite protezioni per bocca e naso.

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«Dall’8 aprile - scriveva il sindaco - sarà obbligatorio tenere coperti naso e bocca, utilizzando qualunque mezzo o, se disponibili, le mascherine. La misura precauzionale dovrà essere rispettata ogniqualvolta ci si trovi in un esercizio commerciale, in un ufficio aperto al pubblico o in qualunque altro luogo chiuso, diverso dall’abitazione privata».

L‘ennesima sparata del primo cittadino, pronto a far salvi dal contagio tutti i viterbesi, sembrava sgombra da assoluto compiacimento e chiara. Se non fosse che nel cammino tracciato è comparsa una “pietra d’inciampo”. Uno sgambetto all’efficienza arrivato dal prefetto Giovanni Bruno. Il rappresentante del governo, dopo aver letto le ordinanze emanate dai vari primi cittadini, ha preso carta e penna scrivendo a tutti i sindaci.

Obiettivo: specificare che le disposizioni sull’utilizzo di mascherine o similari «non possono trovare legittimante applicazione anche nei confronti dei dipendenti di uffici pubblici diversi da quelli comunali, ma tuttavia presenti nei territori di rispettiva competenza». Specificando che «l’obbligo, potrebbe concretare la fattispecie dell’abuso di potere». Quindi: «Laddove arrivassero ulteriori provvedimenti si provvederà all’annullamento e alla segnalazione all’autorità giudiziaria».

Sottinteso: sindaci sceriffi, vi tengo d’occhio.

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