Coronavirus, in Abruzzo è ancora "plateau" e la Verì avverte: «Non è finita»

Marsilio, ls Verì e Febbo (Fotomax)
di Stefano Dascoli
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Mercoledì 8 Aprile 2020, 08:00 - Ultimo aggiornamento: 9 Aprile, 18:19
L'AQUILA - Quel 18, a inizio settimana, aveva illuso un po’ tutti, almeno a una lettura superficiale. Tanto che ieri l’assessore regionale alla Salute, Nicoletta Verì, ha voluto rinnovare l’appello: «Rimanere in casa, evitare qualunque spostamento non strettamente necessario e rispettare le prescrizioni dettate dalla normativa nazionale e regionale. Anche se da qualche giorno i dati dei contagi in Abruzzo sembrano mostrare una leggera inversione di tendenza, non siamo assolutamente fuori pericolo. Purtroppo sto assistendo a un aumento del numero di coloro che escono di casa senza motivi validi, giustificandosi con spiegazioni puerili e a volte davvero incredibili. Chiedo a tutti di proseguire nella strada intrapresa, perché è la sola che ci permetterà di uscire da questo dramma che tutti noi stiamo vivendo. È un dovere morale, giuridico e civico».

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Un messaggio dettato dalla necessità di non abbassare la guardia. E infatti ieri la curva del contagio da coronavirus in Abruzzo è tornata a crescere. Dai 18 tamponi positivi sui 394 esaminati domenica (4,5%), si è tornati a numeri in linea con le medie del periodo: 78 casi su 683 test, ovvero l’11,4%. Un dato, però, che preso singolarmente dice poco sull’andamento locale dell’epidemia, visto che i tamponi sono suscettibili di molte variabili (numero totale, zona).

Quello che conta di più resta l’impatto sugli ospedali: ieri i ricoveri sono ancora diminuiti (da 340 a 337), mentre resta stabile il ricorso alla terapia intensiva (da 66 a 67). Solo tre i nuovi decessi, che da 169 sono passati a 172. Per valutare al meglio i dati, però, occorre spostare l’ottica dal quotidiano e allargarla a un periodo più lungo. In questo senso andando a ritroso di una settimana si colgono i segnali di un lieve miglioramento generale – soprattutto per gli ospedali – che, però, ancora non fa segnare un calo deciso. Siamo ancora, insomma, nel cosiddetto “plateau”, questa sorta di pianoro che dovrebbe preludere all’inizio della discesa. Difficile, però, intuirne i tempi esatti.

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I casi totali, con i 78 di ieri, sono arrivati a 1.799. Di questi 1.491 sono attualmente positivi, 136 sono guariti (+9) e 172 hanno perso la vita. La letalità si attesta ancora al 9,5%, in Italia è al 12,6%. In terapia intensiva sono ricoverate 67 persone (13 in provincia dell’Aquila, 18 in provincia di Chieti, 29 in provincia di Pescara e 11 in provincia di Teramo), mentre altre 1087 sono in isolamento domiciliare con sorveglianza attiva da parte delle Asl. I deceduti, ieri, sono stati tre: un 90enne di Altino, un 58enne di Pescara e un 89enne di Silvi. Non muta la mappa del contagio. Del totale dei casi positivi, 189 si riferiscono alla Asl L’Aquila, 343 alla Asl Chieti, 756 alla Asl di Pescara e 511 alla Asl di Teramo.

Mentre la Verì pensa a qualche modifica nella governance dell’emergenza (arriveranno dei referenti territoriali nelle varie Asl), arrivano ulteriori correttivi. In particolare il governatore Marco Marsilio, con l’ordinanza numero 26, ha stabilito che le attività di vendita di generi alimentari e di prima necessità, sia nell'ambito degli esercizi commerciali di vicinato, sia nell'ambito della media e grande distribuzione, anche ricompresi nei centri commerciali, rimarranno chiuse nei giorni festivi, fatta eccezione per le farmacie e parafarmacie purché sia consentito l’accesso, se poste all’interno di centri commerciali, alle sole predette attività. Le attività, dunque, possono rimanere aperte dal lunedì al sabato dalle 7 alle 20, fatta eccezione per le farmacie e parafarmacie che si attengono agli specifici orari, anche notturni, già in vigore. In ogni caso deve essere garantita la distanza interpersonale di almeno un metro ed è consentito l’accesso all’interno dei locali ad un solo componente del nucleo familiare.

Nel frattempo ieri il segretario regionale del Pd, Michele Fina, è intervenuto sulla cassa integrazione: «Non è tanto il fatto che si possa fare domanda, quanto che le risorse arrivano subito sui conti dei lavoratori» ha detto commentando l’annuncio dell’avvenuta operatività, da oggi, della piattaforma informatica per presentare le domande per l’erogazione. «Attraverso il nostro capogruppo in Consiglio regionale Silvio Paolucci avevamo già chiesto di lavorare ad un accordo con gli istituti creditizi per anticipare le somme. Si trattava, e si tratta, di fare quanto hanno fatto le Regioni Toscana ed Emilia-Romagna. Non basta dichiarare di essere vicini ai lavoratori, sbandierare somme e provvedimenti a favore dei più deboli».
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