Coronavirus, «fare di più contro la violenza sulle donne»: quaranta deputate scrivono ai ministri

Coronavirus, «fare di più contro la violenza sulle donne»: quaranta deputate scrivono ai ministri
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Martedì 7 Aprile 2020, 19:48 - Ultimo aggiornamento: 19:49

«Lo Stato sia ancora più efficiente nel contrasto alla violenza di genere nei giorni del Coronavirus. Firmato: quaranta deputate di diversi schieramenti».  Stefania Ascari, portavoce del MoVimento 5 Stelle alla Camera, ha lanciato un'alleanza trasversale con la lettera all'attenzione dei ministri Elena Bonetti (Pari Opportunità e Famiglia), Alfonso Bonafede (Giustizia) e Francesco Boccia (Affari regionali e autonomie). L'alleanza - come è scritto nella lettera indirizzata ai ministri - è promossa per «sopperire alle carenze strutturali del sistema di prevenzione e contrasto alla violenza di genere che si sono venute a creare in questo imprevedibile periodo». Le deputate salutano con favore il numero telefonico di emergenza e l'App 1522. Apprezzano l'App YouPol. Riconoscono il valore dei trenta milioni di euro erogati per i centri antiviolenza in tutto il Paese. Domandano in tal senso di «vigilare sulle Regioni» perché tali risorse siano trasferite ai centri «in maniera celere ed efficiente».

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Vi sono però sei ulteriori raccomandazioni per contrastare la violenza di genere. Derivano dalla Commissione parlamentare d'inchiesta sul femminicidio. Nella seduta del 26 marzo, la Commissione ha esaminato le «possibili soluzioni per prevenire e contrastare la violenza domestica nel periodo di applicazione delle misure di contenimento del Covid-19». Dalla seduta sono state indicate sei raccomandazioni, rilanciate dalle parlamentari ai ministri. La prima raccomandazione prevede l'applicazione rigorosa delle misure civili e penali a protezione delle donne. Al secondo punto, sono proposti interventi in materia di incontri protetti e visite dei genitori per ridurre i rischi. Seguono raccomandazioni per rendere ancora più semplice l'accesso ai numeri antiviolenza (1522) e anti-tratta (800 290 290). Al quarto punto si domanda di garantire l'accesso delle donne alle strutture indicate per la loro protezione (centri e sportelli antiviolenza, case rifugio) nel rispetto delle misure di sicurezza sanitaria.

 Al quinto si prevedono ulteriori misure di protezione sociale, quali congedi straordinari e contributi economici per donne poste in protezione e prive di autonomia economica. Infine, si raccomandano specifiche misure per l'accessibilità, l'accoglienza e la protezione delle donne migranti, richiedenti asilo, rifugiate e vittime di tratta. «La violenza si può commettere in ogni ora - ricorda Ascari - e non sempre la donna ha il coraggio di denunciare e non sempre può farlo. Ecco perché lo Stato deve essere sempre più presente e vicino per prevenire ogni femminicidio, in ogni circostanza, sempre».

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