Roma, Villa Pamphili, i sigilli non fermano i vandali: un’altra statua distrutta

Una delle statue distrutte nel parco di Villa Pamphili
di Laura Larcan
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Martedì 7 Aprile 2020, 11:32 - Ultimo aggiornamento: 15:47
L’hanno distrutta in mille frammenti, praticamente impossibile da ricostruire. La statua del Nettuno che faceva bella mostra di se’ sul piedistallo incastonato nel giardino storico del Teatro di Villa Pamphilj, non lontano dal cosiddetto Casino Algardi, è ridotta ad un cumulo di macerie e polvere. Rovine di un raid delirante che è andato in scena domenica in serata. Poco importa se i vandali hanno violato la quarantena imposta dall’emergenza del coronavirus. Il tempo per “giocare” a sfregiare il patrimonio l’hanno trovato senza scrupoli. Un bottino amaro per il più vasto parco storico della Capitale. L’ultimo di una serie di scempi. Appena cinque giorni fa, infatti, sono stati devastati alcuni vasi antichi decorativi e sei targhe toponomastiche. 

Dalla Sovrintendenza capitolina, che ha in consegna Villa Pamphilj, non hanno potuto far altro che constatare la completa distruzione dell’opera, che è comunque una recente copia in cemento risalente al 1990 (l’originale, antico, è custodito nei giardini dell’area pertinente alla Presidenza del Consiglio dei ministri). Siamo nel cuore più monumentale del parco, al cospetto dell’esedra del Teatro, luogo che echeggia i fasti della famiglia Pamphilj. Duro il commento della sindaca Virginia Raggi, che definisce «vigliacchi» gli autori. «Un gesto vergognoso - commenta la prima cittadina - soprattutto in piena emergenza Coronavirus. Ripareremo le opere danneggiate e denunceremo il fatto alla Procura della Repubblica affinché i responsabili vengano puniti». 
 
Già, i responsabili. I residenti - chi conosce bene la villa - si sono fatti il “sangue amaro” a forza di denunciare. «Oramai gli atti vandalici sono all’ordine del giorno - dichiara Paolo Arca una vita di battaglie con l’Associazione per Villa Pamphilj - Per far fronte ai problemi di sicurezza servono misure razionali e all’altezza di un complesso da 180 ettari come questo». I problemi del parco sono noti: una recinzione colabrodo facile da scavalcare, e tanti punti “ciechi” che restano fuori dagli interventi di controllo. La quarantena non li ha fermati. «I vandali probabilmente devono essere della zona, si muovono a piedi perché le macchine attirerebbero l’attenzione», azzarda Paolo Arca. Le ipotesi vanno tutte «verso qualche banda di ragazzotti».

La polizia locale di Roma Capitale indaga. Gli agenti del XII Gruppo Monteverde della municipale sono sulle loro tracce. Per il momento «hanno predisposto una denuncia a carico di ignoti per danneggiamento». Ma l’obiettivo è di capire se gli episodi degli ultimi giorni sono tutti collegati e della stessa mano. Intanto stanno acquisendo le immagini delle telecamere. L’impegno, in questo periodo complicato, è di implementare la vigilanza. Ma la preoccupazione resta alta per i residenti. «Sono mesi che denunciamo incursioni nella Villa», insiste Paolo Arca. E ricorda il raid all’interno del centro della onlus Anfass di Villa Doria Pamphilj, lo scorso inverno. E il caso del ponte Artemisia Gentileschi, riqualificato dopo decenni di abbandono, ma imbrattato con scritte e vernici dai soliti sciacalli.
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