Rieti, oggi l'anniversario degli eccidi
nazisti di Leonessa e del Monte Tancia

Leonessa
di Samuele Annibaldi
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Martedì 7 Aprile 2020, 00:47 - Ultimo aggiornamento: 2 Marzo, 23:29

RIETI - Nel 76esimo anniversario degli eccidi nazisti perpetrati il 7 aprile del1944 dall’esercito tedesco nei confronti di partigiani e civili, si commemorano oggi a Leonessa e sul Monte Tancia in Sabina, le vittime di quelle stragi dove morirono giovani e anziani, civili e militari, donne e bambini, tra battaglie e cieche rappresaglie tedesche su civili inermi.  
 
Il ricordo
Per la prima volta dal dopoguerra, non ci saranno le tradizionali e partecipate cerimonie con i famigliari delle vittime, militari, combattenti e reduci, autorità civili e religiose, ma soprattutto non ci sarà la gente, le comunità che ogni anno commemorano le vittime di quel tragico Venerdì santo.  Non ci saranno le funzioni religiose che accompagnavano le due commemorazioni. Il ricordo sì, con il raccoglimento e le testimonianze simboliche e alcuni significativi gesti che verranno compiuti in una giornata troppo importante per la memoria collettiva, in virtù di quel sacrificio e che merita comunque di essere celebrata.
 
Le celebrazioni a Leonessa
Celebrazione sui generis quella di Leonessa con il sindaco Gianluca Gizzi il quale ha detto “Leonessa non dimentica i suoi Martiri, mai. L'emergenza che stiamo vivendo non ci consentirà, purtroppo, di ricordare insieme le vittime dell'eccidio del 7 aprile 1944 come sempre abbiamo fatto in questi decenni ma Leonessa comunque ci sarà”. Alle 11 la cerimonia simbolica con il sindaco, il parroco, il gonfalone, i carabinieri, in rappresentanza di tutta la cittadina e di tutti coloro che in questi anni non hanno mai fatto mancare la propria vicinanza. La deposizione della corona dall’oro al Sacrario (nella foto come apparirà oggi, per la prima volta dal dopoguerra senza la gente, a causa dell’emergenza sanitaria) e sui luoghi degli eccidi sulle note del silenzio. Una  diretta facebook darà la possibilità a chi vorrà di essere presente anche da lontano.
 
 
Celebrazioni in Sabina
In Sabina, le amministrazioni comunali che ogni anno salgono sul Monte Tancia per la messa, le commemorazioni e le deposizioni delle corone d’alloro all’Arcucciola, teatro della battaglia dei Partigiani contro le truppe tedesche e nei luoghi della rappresaglia nazista sui civili a Monte San Giovanni,  hanno deciso di rinviare la cerimonia a data da destinarsi, ovvero quando le condizioni dettate dall’emergenza sanitaria lo permetteranno. A Poggio Mirteto alle 12 il sindaco Giancarlo Micarelli e la sua giunta osserveranno un minuto di raccoglimento invitando a ad unirsi virtualmente a chiunque lo vorrà nello stesso momento.  Il sindaco di Monte San Giovanni, Salvatore Mei, nell’annunciare che “a causa del perdurare della pandemia del Coronavirus non è possibile  effettuare nessuna manifestazione pubblica” ha comunque previsto di deporre  una corona d’alloro presso il monumento in ricordo dell’eccidio da parte dell’amministrazione comunale.
 
I fatti e gli eccidi del 1944 - Leonessa
Ma cosa avvenne esattamente a Leonessa e sul Monte Tancia nell’Aprile del ’44 durante la settimana di Pasqua ?
 Leonessa pagò un prezzo altissimo in fatto di vite umane. I  caduti, la maggior parte giovani ragazzi, furono 51 tra i quali Eligio Vannozzi (fucilato presso il ponte di Riovalle) al quale, fu intitolata la locale caserma dei carabinieri insieme alla medaglia d’argento al valor militare Sante Marchetti, carabiniere che morì invece nel 1918 durante la Prima Guerra mondiale.   Dalla domenica delle Palme fino al 7 aprile del ’44 Leonessa fu attraversata da un’ondata di violenza, deportazioni, saccheggi e morte che caratterizzò l’operazione tedesca  “Uovo di Pasqua” che culminò dopo le altre uccisioni proprio il 7 aprile con la cattura di 23 giovani che dalla piazza furono portati poi fuori dal paese alle pendici del Monte Tilia e giustiziati.
 
 
I fatti e gli eccidi del 1944 – Monte Tancia
 Sul Monte Tancia in Sabina, dopo l’impari battaglia dell’Arcucciola con 15 partigiani uccisi dall’esercito tedesco il 7 aprile del ’44 si contarono altre diciotto vittime, soprattutto donne, anche in stato di gravidanza, e bambini, dalla cieca rappresaglia tedesca dopo che fu ritrovato alcuni giorni prima un loro ufficiale morto sul Tancia. La mattina del 7 aprile del ’44 i tedeschi misero a ferro e fuoco i casali sul Tancia portando con loro donne anziani e bambini nel chiaro intento di attirare anche gli uomini che di buon ora erano già nei campi e al seguito dei pascoli. Da lì a breve le raffiche dei mitra iniziarono a profanare i riti del Venerdì Santo del ’44 mietendo vittime inermi con esecuzioni sommarie. Furono decimate famiglie intere, i Mei, i Capparella, i Valentini, i Bonacasata. In quello scempio inumano ci fu un episodio che fece gridare al miracolo e acquistò il significato di una “resurrezione”. Il ritrovamento il giorno dopo di una bimba di appena tre mesi, Antonietta Bonacasata, avvolta in un impermeabile dietro un cespuglio, ormai cianotica ma ancora viva.

La mamma Pasqua prima di essere fucilata riuscì ad avvolgerla nell’impermeabile del marito e nasconderla nel disperato tentativo di salvarle la vita. Fu il padre il giorno dopo a ritrovarla viva riconoscendo il suo cappotto. Si salvò anche il fratello Amaranto Bonacasata che aveva 11 anni nascondendosi per due giorni nell’alveo di un ruscello.

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