Pasqua al Santo Sepolcro ma solo a mini delegazioni e a porte chiuse, la decisione di Israele

Javad Alhousseini e padre Ibrahim Faltas (Facebook)
di Franca Giansoldati
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Domenica 5 Aprile 2020, 17:03 - Ultimo aggiornamento: 7 Aprile, 08:35

Gerusalemme – Forse il più impegnato durante la settimana santa sarà Adeb Jawad Alhousseini, il custode musulmano delle chiavi del portone del Santo Sepolcro. E' da lui che i leader religiosi devono obbligatoriamente passare per aprire e chiudere la basilica più sacra della cristianità, il luogo in cui, secondo la tradizione, è stato deposto il corpo di Cristo.

La basilica era stata chiusa dal governo israeliano per impedire la pandemia di covid-19 causando choc in tutte le comunità cristiane. Erano sette secoli che non accadeva un fatto del genere. Alla fine, dopo un lungo tira e molla, dietro mille rassicurazioni sulle misure prudenziali da rispettare per evitare il contagio da coronavirus, le autorità israeliane hanno concesso alle comunità cristiane – armeni, cattolici, copti, greco ortodossi e siriaci, ossia coloro che si dividono la gestione del Santo Sepolcro - di celebrare a scaglioni, a porte chiuse, in forma ridottissima, rigorosa e senza ovviamente i fedeli, i riti della settimane santa, a cominciare dalla messa di stamattina, quella delle Palme. 



Per questo Adeb Javad – appartenente a una delle due famiglie musulmane che da secoli controlla l'accesso al Santo Sepolcro - ha dovuto prendere la scala facendosela passare da una botola e, secondo un rito antichissimo, procedere a rimuovere i due fermi, prima quello più alto e poi quello in basso, e aprire il portone. Una volta che gli autorizzati sono entrati, ha dovuto richiuderlo fino a celebrazione ultimata. 



«Alle otto di stamattina ha fatto ingresso padre Pierbattista Pizzaballa, custode di Terra Santa con alcuni frati. Compresi quelli che erano all'interno, eravamo in tutto una ventina. Una volta entrati abbiamo celebrato il rito, letto il vangelo, e poi siamo tornati fuori, rimettendoci le mascherine. Dentro non le abbiamo indossate ma abbiamo osservato almeno 2-3 metri l'uno dall'altro» spiega il francescano padre Ibrahim Faltas. 

L'autorizzazione per le chiese cristiane è stata ottenuta dal governo dopo un accorato appello e una lettera al premier Nethanyau.

Armeni, greco cattolici, siriaci e copti, a seconda delle loro celebrazioni, ora potranno varcare la soglia della basilica del Santo Sepolcro giusto il tempo della celebrazione. La porta, di conseguenza si aprirà per fare passare i monaci per poi chiudersi dietro le loro spalle. Il custode terminato il rito riaprirà il portone e lo richiuderà. Questo per ogni giorno della settimana santa a seconda dei rispettivi calendari liturgici. 

Dentro la basilica vivono in una specie di convento 11 francescani, 4 armeni e 15 greco ortodossi, che possono entrare mediante un ingresso alternativo dai tetti, attraverso scale a chiocchiola strettissime e controllate. Padre Sinisa Sbrebrenovic, il sacrestato del Santo Sepolcro ripete che le preghiere dentro non si sono mai fermate e si prega tanto per fermare la pandemia. 

I casi positivi di coronavirus in Israele hanno raggiunto la cifra di 8.018 casi. Lo ha reso noto il ministero della Sanità, secondo cui al momento 127 malati sono ricoverati in condizioni gravi e 106 di essi sono in rianimazione. I decessi sono stati complessivamente 46 e le guarigioni 477.

Negli ultimi giorni i responsabili alla sanità lanciano continui appelli alla popolazione affinché quest'anno rinuncino a visitare parenti in occasione della Pasqua ebraica (che inizierà mercoledì) per non dare altro impulso alla diffusione della pandemia. «Israele si trova ad un bivio», ha affermato il premier Netanyahu e le giornate di Pasqua, ha ammonito, possono essere di importanza critica per il Paese. «Tutti devono quindi restare in casa e celebrare la Pasqua in forma intima».

Fatta eccezione per le mini delegazioni dei cristiani autorizzate ad entrare nel Santo Sepolcro.

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