Cinema contagiato dalla crisi sanitaria. Dopo 100 anni nuovo stop per Hollywood e spettacoli

Cinema contagiato dalla crisi sanitaria. Dopo 100 anni nuovo stop per Hollywood e spettacoli
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Domenica 5 Aprile 2020, 10:45
(Teleborsa) - E' grave crisi per il cinema, per il ricco business degli studios e per il mondo dell'intrattenimento in genere, fra i settori più colpiti dalla pandemia di coronavirus. Una crisi che sembrerebbe replicare quella del 1918, quando, per la prima volta, Hollywood si bloccò a causa della pandemia di influenza spagnola. E così, dopo oltre 100 anni si verifica un nuovo stop dell'industria cinematografica. Il secondo della storia.

All'epoca la grande influenza che causò nel mondo circa 50 milioni di vittime sferrò un duro colpo al settore. A dicembre 1918, il Los Angeles Times stimò in 1 milione di dollari a settimana (circa 17 milioni di oggi) le perdite registrare durante le prime 7 settimane di chiusura dei cinema. Una situazione che vide una ripresa del comparto solo a partire dalla primavera del 1919.

LE DIMENSIONI DELLA CRISI IN AMERICA – Le prime cifre dell'impatto sul mondo del cinema negli Stati Uniti e in Canada della pandemia di coronavirus, relative ai primi tre mesi del 2020, parlano di un calo delle entrate al botteghino pari al 25% su base annua con una perdita di circa 600 milioni di dollari. Le sale in Nord America sono chiuse dal 20 marzo e dal primo gennaio al 19 marzo – giorno in cui Comscore ha smesso di rilevare i dati sugli incassi – le vendite di biglietti hanno registrato un fatturato complessivo di 1,81 miliardi di dollari rispetto ai 2,41 miliardi del primo trimestre 2019. Nel mese marzo le entrate sono scese a soli 255,7 milioni di dollari, con un calo del 58% rispetto ai 612,8 milioni incassati del periodo 1-19 marzo dello scorso anno. Secondo alcune stime le perdite complessive registrate dagli studi di Hollywood e dai proprietari dei cinema hanno già raggiunto i 7 miliardi di dollari. Una cifra che potrebbe salire anche a 17 miliardi se le sale non venissero riaperte entro la fine di maggio.

IL FUTURO DELL'INDUSTRIA CINEMATOGRAFICA IN ITALIA – Sale ferme, set sospesi, attori e doppiatori a casa. In Italia, – dove si girano circa 124 film l'anno – al momento, le stime parlano di almeno 70 film bloccati dall'inizio dell'emergenza coronavirus, che aumenteranno a 100 per la fine di aprile, e almeno 40 set chiusi. "Il settore ha un volume della produzione superiore ad 1 miliardo di euro l'anno ed un livello di oltre 100mila occupati direttamente ed indirettamente. In questa fase è tutto fermo con danni straordinari per le imprese ed i lavoratori. Ogni mese di fermo equivale a circa 100 milioni di danni" ha affermato il presidente di APA, Giancarlo Leone. Da parte di Leone è stata sottolineata, tuttavia, ''la significativa sensibilità del governo ed in particolare del Mibact per individuare le misure idonee a fronteggiare insieme la crisi'' ed auspicata ''altrettanta attenzione, nell'interesse comune, da parte delle emittenti televisive nazionali free, pay e delle piattaforme on demand che sono i naturali e principali partners dell'audiovisivo''.

ANICA LANCIA UN APPELLO - È di due giorni fa, invece, l'appello lanciato dall'Anica, l'associazione dell'industria del cinema, al ministro dei Beni e delle Attività Culturali, Dario Franceschini, affinché non vengano penalizzate le opere cinematografiche italiane. A causa delle limitazioni emergenziali, il settore non potrebbe, infatti, accedere ai benefici della legge Franceschini. Per questo i presidenti delle diverse sezioni dell'associazione presieduta da Francesco Rutelli hanno chiesto una deroga al decreto Bonisoli per poter accedere ai benefici (tax credit, contributi automatici e selettivi) anche nel caso in cui un film non possa uscire nelle sale cinematografiche. In particolare è stata richiesta una deroga parziale all'art. 2 del Dm MiBACT n. 303 del 14 luglio 2017 e successive modifiche, che regola l'accesso alle agevolazioni per le pellicole italiane. Si tratta di una richiesta legata solo alle circostanze eccezionali che si stanno vivendo e limitata quindi al periodo di chiusura obbligatoria delle sale. "Il lavoro svolto dai presidenti – ha spiegato Rutelli – è stato il frutto di un confronto responsabile ed equilibrato, particolarmente apprezzabile in un momento così difficile per il Paese e, in particolare, per la filiera cinematografica e audiovisiva gravemente colpita dalle necessarie restrizioni a tutela della salute pubblica".

REGIONI IN PRIMA LINEA – "Con il ministro Dario Franceschini abbiamo affrontato diversi temi legati alla crisi legata alla pandemia coronavirus e che impattano pesantemente su un settore così vitale anche per la nostra economia". È quanto affermato il coordinatore della commissione Cultura della Conferenza delle Regioni, l'assessore Tiziana Gibelli (Friuli-Venezia-Giulia), dopo il recente incontro della commissione in videoconferenza con il ministro Franceschini. "Abbiamo convenuto con il Ministro – ha spiegato Gibelli – che serve un raccordo più stretto tra ministero e regioni sui provvedimenti che via via saranno presi dal Governo in materia di cultura e che investono diversi settori. In particolare le regioni chiedono di essere coinvolte nella gestione del Fondo emergenze di 130 milioni di euro, affinché le diverse componenti dello spettacolo e del cinema possano beneficiarne". Per Gibelli "le politiche regionali e quelle nazionali vanno armonizzate e rese complementari per dare maggiore respiro, centrare e allargare gli interventi alla maggiore platea possibile. Con risorse immediate – ha aggiunto – è previsto l'aiuto di tutti i lavoratori e di tutte le categorie dello spettacolo, anche di quelli non investiti dal Fus, con la garanzia che saranno semplificate al massimo le procedure per il loro sostegno".

LA DIMENSIONE DEGLI AIUTI PER tv E CINEMA – Un sostegno al settore cinematografico in questo difficile periodo arriva da Netflix e Italian Film Commissions che, lo scorso 2 aprile, hanno annunciato la creazione del Fondo di Sostegno per la Tv e il Cinema nell'emergenza Covid-19. L'obiettivo è fornire supporto emergenziale a breve termine alle maestranze e alle troupe dell'industria audiovisiva italiana direttamente colpite dallo stop alle produzioni sul territorio per la crisi legata al Coronavirus. Netflix ha messo a disposizione un milione di euro per la costituzione del Fondo che sarà gestito da Italian Film Commissions. A beneficiarne saranno le diverse figure professionali dell'industria televisiva e cinematografica come ad esempio elettricisti, montatori e truccatori, il cui lavoro è stato maggiormente colpito dalla pandemia in corso.

(Foto: Oreos CC -SA 3.0)
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