Coronavirus, lo strano caso dell'Aquila: pochi contagi, ma quasi tutti giovani

Coronavirus, lo strano caso dell'Aquila: pochi contagi, ma quasi tutti "green"
di Stefano Dascoli
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Domenica 5 Aprile 2020, 10:17 - Ultimo aggiornamento: 11:48

L'AQUILA - Uno spettro per soli anziani, più colpiti e purtroppo molto più a rischio di morire. Questo è quanto ha raccontato la storia dell’epidemia da coronavirus in Italia fino a questo momento.

D’altronde anche l’Istituto superiore di sanità, nel suo ultimo report bisettimanale (2 aprile) che analizza tutti gli aspetti epidemiologici dell’emergenza, ha di nuovo sottolineato un dato statistico emerso con chiarezza fin dai primissimi momenti: l’età media dei contagi e quella dei decessi sono piuttosto alte, coinvolgendo in particolare persone anziane. 

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In Abruzzo c’è, però, un caso abbastanza curioso che riguarda proprio il capoluogo di regione, fino a questo momento risparmiato dei grandi flussi di un contagio che ha coinvolto soprattutto le aree costiere e più urbanizzate: il Pescarese, l’area vestina, la Val Fino (le ultime due dichiarate zone rosse). 

In queste aree il coronavirus ha fatto più danni, catalizzando praticamente i due terzi dello sforzo sanitario. 

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Nell’Abruzzo montano i dati sono diversi. Fino ad oggi all’Aquila si registrano solo 27 casi di contagio acclarati, un’inezia se rapportati a una popolazione di circa 70 mila abitanti per la sola area cittadina. Numeri che hanno fatto scattare persino singolari suggestioni: la protezione di Celestino V (anche nell’altra città legata al santo Papa, Isernia, si registrano pochissimi casi) e persino la qualità cristallina dell’aria di montagna.

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Probabilmente la causa  di un numero così basso va ricercata principalmente nei contatti ridotti che la città ha con la Lombardia e, in generale, di una rigida osservanza delle misure di contenimento. Nonostante questo, però, finora i tamponi hanno detto che all’Aquila si contagiano soprattutto i giovani. L’età media dei positivi, infatti, è di appena 46 anni, contro i 62 dell’Italia,  con tanti ragazzi e anche un bambino di tre anni, figlio di una coppia positiva. 

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Ovviamente è impossibile, ora, dare una ragione scientifica ed epidemiologica a questi numeri, perché il campione dei pazienti è molto ridotto e quindi poco rappresentativo. Di certo però è oggettivo che tre 27 contagiati ci sono solo otto over 60, addirittura solo due over 70, mentre quattro hanno meno di trent’anni e, appunto, c'è un bimbo. 

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Ben dieci sono i ragazzi, ovvero le persone che viaggiano tra i 20 e i 35 anni.

La giovane età degli infetti può essere anche una spiegazione del perché finora non c’è stato nessun paziente ricoverato in gravi condizioni e quasi tutti, anche al momento, sono alle prese con una forma piuttosto lieve o gestibile della malattia. La sfida ora sarà capire se questo trend potrà essere confermato nei prossimi giorni, se gli aquilani saranno stati così bravi da proteggere la città con i comportamenti virtuosi della quarantena o se viceversa questi numeri avranno fatto allentare la tensione a qualcuno.

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