Il Prefetto spiega ad Ancelor-Mittal di aver deciso di non prorogare il provvedimento "in applicazione dei principi generali di proporzionalità e adeguatezza", fermo restando "il monitoraggio ed il controllo sulle condizioni di impiego del personale, con riferimento anche ai valori numerici giornalieri e sulla costante e totale applicazione delle misure di prevenzione da rischio sanitario", contenute nel protocollo operativo adottato dall'azienda il 17 marzo scorso.
"Occorre tenere conto - osserva il Prefetto Martino - di quanto dichiarato da codesta azienda relativamente alla difficoltà di carattere economico a motivo della produzione ridotta al minimo (3 milioni di tonnellate annue a fronte di 8 milioni di tonnellate annue a regime) la cui mancata commercializzazione, ove dovesse prorogarsi il divieto sino al 13 aprile, porterebbe l'impossibilità di pagare i fornitori e le imprese dell'indotto e progressivamente alla crisi dell'impianto mettendone a rischio la salvaguardia e la sicurezza".
Secondo il prefetto di Taranto "va considerato che nel periodo di sospensione, il numero dei dipendenti impiegati in lavorazioni, sia diretti che dell'indotto, è rimasto sostanzialmente inalterato e comunque entro i limiti massimi indicati dal provvedimento prefettizio e che tale assetto di marcia è stato confermato, anche come impegno per il futuro, con nota pervenuta in data odierna".
"Non privo di rilievo - si aggiunge infine nella comunicazione all'azienda - appare anche il rafforzamento delle misure di protezione dei lavoratori, realizzato con la disposizione, adottata dal Dirigente dello Spesal dell'Asl di Taranto, che ha aumentato di 5 unità l'organico" delle persone addette al servizio.
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