Coronavirus, 80mila mascherine requisite dall'Agenzia delle Dogane

Coronavirus, 80mila mascherine requisite dall'Agenzia delle Dogane
di Luca Benedetti
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Venerdì 3 Aprile 2020, 08:35
PERUGIA - Iniziano ad arrivare con cadenza giornaliera sia i ventilatori per le terapie intensive che alcuni presidi per il personale degli ospedali. Ancora ritardi, invece, per i reagenti utili per fare i tamponi (dovevano arrivare mercoledì) tanto che la Regione ha chiesto, tramite la Protezione civile nazionale, se altre regioni sono in grado di prestare una parte delle loro dotazioni.
Arrivano anche le mascherine. Ma in maniera particolare. L’Agenzia delle Dogane ha, infatti, intercettato un carico di oltre 80mila mascherine ffp2 destinate a un’azienda umbra che doveva commercializzarle. Come prevedono le norme legate all’emergenza Covid-19, una volta intercettate le mascherine sono state requisite e date alla Protezione civile. I quasi 150 cartoni con il carico sono stati ritirati dal personale della Protezione civile regionale e sono arrivate al Centro operativo regionale della Prociv di Foligno da dove sono state inviate agli operatori che ne hanno bisogno, ospedali in testa. L’azienda che si è vista requisite il carico non rimarrà con le tasche vuote ma si vedrà pagare l’importo della merce al pretto che paga il Dipartimento della Protezione civile quel tipo di mascherine.
DAL CIELO
Giovedì mattina sono stati consegnati altri tre ventilatori. Negli ultimi due giorni la Protezione Civile regionale ha ricevuto anche ulteriori quantitativi di dispositivi di protezione individuale: 35 mila mascherine chirurgiche; 10 mila mascherine montarsio; 16 mila 100 mascherine ffp2; 120 mascherine ffp3; 80 mila copriscarpe; 24 mila copricapo; 75 mila guanti lattice; 280 tubi endotracheali; 3 monitor multiparametrici.
Da due giorni, su iniziativa della Protezione Civile regionale, il trasporto di tutti i materiali sanitari e dispositivi di protezione individuali che viene assegnato all’Umbria da parte del Dipartimento nazionale della Prociv, avviene con l’ausilio di un elicottero dell’Esercito.
QUELLO CHE MANCA
Resta, secondo la Regione, ancora molto al di sotto del fabbisogno il numero dei ventilatori e si registra una particolare carenza di dispositivi: camici, cuffie, calzari e maschere totali. Carenze che però la Regione Umbria, tramite la Protezione Civile regionale, sta coprendo attraverso acquisti diretti sia da produttori umbri che nazionali, al fine di garantire al personale sanitario di poter operare in sicurezza.
LE MASCHERE
Sono state anche consegnate alla Facoltà di ingegneria dell’Università degli studi di Perugia 144 maschere modello snorkeling donate all’Umbria da Decathlon. Si tratta di maschere che grazie ad alcune modifiche possono essere convertite in respiratori per pazienti; modifiche che saranno realizzate appunto nei laboratori della Facoltà di ingegneria.
IL BOLLETTINO
A giovedì sono 1128 persone positive in Umbria, i guariti sono 23,(13 residenti nella provincia di Perugia, 10 in quella di Terni). Risultano invece 182 clinicamente guariti, di cui 130 residenti nella provincia di Perugia e 52 in quella di Terni.
I morti sono 39: 23 residenti nella provincia di Perugia e 13 in quella di Terni, 3 di fuori regione. L’ultimo decesso ieri pomeriggio all’ospedale di Terni dove è morto un uomo di 84 anni. Tra i 1128 pazienti positivi, 38 sono di fuori regione, 844 sono residenti nella provincia di Perugia e 246 in quella di Terni. Sono ricoverati in 218: di questi, 157 sono residenti nella provincia di Perugia e 50 in quella di Terni, 11 sono di fuori regione.
I ricoveri nell’ospedale di Perugia sono 69, 56 in quello di Terni, 35 a Città di Castello, 45 a Pantalla, 5 a Orvieto, 8 a Foligno. Dei 217 ricoverati, 46 sono in terapia intensiva, 19 nell’ospedale di Perugia, 14 in quello di Terni, 7 a Città di Castello, 5 in quello di Orvieto, 1 a Foligno. Le persone in osservazione sono 3130: 2340 in provincia di Perugia e 790 in quella di Terni. Sono 4563 le persone uscite dall’isolamento. Sono 9738 i tamponi eseguiti entro il primo aprile.
IL CASO TEST RAPIDI
Sulla vicenda dei test rapidi che alcune strutture private erano pronte a mettere in campo per chi ne avesse fatto richiesta pagando 70 euro, ieri si è mossa la Regione. È partita una lettera di segnalazione al ministero della Sanità. In mattina nella sede di un centro privato c’è stata una ispezione dei carabinieri del Nas.
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