Silvia Marziali vive a Roma, dove si è laureata in medicina tre anni fa, e sta prestando servizio in un ospedale della sua città, Fermo, e per il 118 della Capitale. Più recentemente ha lavorato per il ministero della salute a Civitavecchia.
«Quando è iniziato questo coronavirus, volevo dare un aiuto», ha detto Silvia. «Non importa cosa. Qualunque cosa io possa fare, lo farei. Non importa se devo trasferirmi nel nord Italia, dove è davvero un disastro, una catastrofe. Molti di noi hanno detto di sì, ma non posso al momento spostarmi perché sono già nello staff qui a Roma. Il lavoro è sempre duro e lavoriamo sempre molto facendo lunghi turni. Ma ora hai più paura perché puoi portare il virus alla tua famiglia e puoi anche essere infetto».
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Basket e medicina, le sue passioni. «Sono quello che sono per quello che faccio nel basket e nella medicina. Cerco sempre di bilanciare questi due aspetti della mia vita. Sono le mie due passioni e non posso avere solo l'una e non l'altra. Il basket mi dà la possibilità di avere una mente aperta, di sfidarmi, di migliorare come persona. Grazie a Fiba ho scoperto l'Europa, ho incontrato molte nuove persone di altri paesi e questi sono due aspetti che sono molto importanti per me».
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