Coronavirus, Bassi (ex rettore Università di Trento): «Bene solo il Veneto, i ritardi nell’estendere i tamponi sono costati vite»

Coronavirus, ex rettore Università di Trento: i ritardi nell estendere i tamponi sono costati vite e ricoveri
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Lunedì 30 Marzo 2020, 19:47

Coronavirus, per il fisico Davide Bassi, ex rettore dell’Università di Trento, i ritardi nell’estendere i tamponi sono costati vite e ricoveri. L'affermazione dell'ex rettore Bassi, autore del blog “I numeri al tempo del coronavirus”, giunge dopo aver redatto un’analisi numerica delle politiche regionali di mappatura dell’epidemia da Covid-19 nella prima fase, quella precedente alle misure di chiusura del 10 marzo, come riporta Il Corriere, quando i casi raddoppiavano ogni giorno, tanto che alla luce dei dati ne esce promossa solo la Regione Veneto che, secondo Bassi, ha rappresentato il miglior approccio di gestione dell’emergenza, mentre il tempo sprecato dalle altre Regioni e dalle autorità nazionali è costato al Paese molte perdite che si sarebbero potute evitare.

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In Veneto, ricorda Bassi, il primo focolaio del virus a Vo' Euganeo ha comportato il completo isolamento e tutta la popolazione è stata tracciata: così si è scoperto che il 75% delle persone erano asintomatiche, ma portatrici del virus, e si è proceduto alla quarantena. E i risultati, sottolinea l'ex rettore dell’Università di Trento, si sono visti, mentre nelle altre Regioni in quel momento i test venivano effettuati solamente ai gravemente sintomatici o alle persone decedute eseguendo tamponi post mortem.

Quindi, è la conclusione di Davide Bassi, anche le altre Regioni avrebbero dovuto fare i tamponi almeno a tutti i medici, infermieri e operatori sanitari, dato che la diffusione aveva intaccato gli ospedali. Ora, nonostante l'
ex rettore dell’Università di Trento non abbia previsto la data del picco, ritiene che la situazione sia migliorata, evidenziando che sarebbe un rischio mollare sul contenimento messo in atto, invitando alla cautela prima di prevedere riaperture che potrebbero far riesplodere l’epidemia.
 

 
 

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