Enel guarda ad un futuro sostenibile: solidità finanziaria, investimenti e garanzia dividendo

Enel guarda ad un futuro sostenibile: solidità finanziaria, investimenti e garanzia dividendo
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Lunedì 30 Marzo 2020, 12:00
(Teleborsa) - Una crescita bilanciata fra tutti i segmenti ed i Paesi in cui opera, una solidità finanziaria che consente di superare momenti di difficoltà come quello attuale; la capacità di portare avanti il proprio piano d'investimento e di remunerare adeguatamente gli azionisti. A ciò si aggiunge la progressiva decarbonizzazione attraverso la crescita delle energie rinnovabili e la progressiva decarbonizzazione; il tutto avendo cura e tutelando le proprie persone. E' questa la fotografia di Enel, un'azienda che pone la sostenibilità al centro delle strategie di lungo periodo.

Ne abbiamo parlato con Alberto De Paoli, CFO di Enel, nel corso di un'intervista che ha fatto il punto sui risultati di bilancio 2019, presentati la scorsa settimana agli investitori, su come l'azienda sta affrontando la situazione di emergenza del Paese, in qualità di fornitore di un servizio essenziale per la collettività.

L'EBITDA 2019 è cresciuto dell'11% superando i target. Ci può fornire una indicazione più dettagliata sulla sua formazione per settore ed area geografica?

"A questa crescita hanno contribuito tutti i business dell'azienda. In particolare abbiamo avuto circa 600 milioni di euro di crescita sul segmento Generazione di energia, circa 800 milioni dalle Reti e circa 200 milioni di euro di crescita in tutte le attività per i Clienti".

"Quando abbiamo presentato il piano strategico - ha spiegato - abbiamo fornito i risultati per l'attività di Generazione tenendo in considerazione il processo di decarbonizzazione, allineandoli quindi agli obiettivi di sviluppo sostenibile, e le Reti in ottica di sviluppo digitale, in quanto il nuovo modello di business che stiamo costruendo determina la creazione di piattaforme globali. Per i Clienti l'attività è soprattutto legata all'evoluzione dei mercati, che passano da tariffe regolate a quelle più competitive e concorrenziali".
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"Per quanto riguarda la parte geografica, tutti i Paesi hanno segnalato incrementi nel corso dell'anno, ma l'area in cui registriamo una maggior crescita è l'America Latina, dove i tassi sono superiori a quelli delle economie europee".

Enel ha evidenziato anche una solida posizione finanziaria e soprattutto un Fund from Operations (FFO) sufficiente a coprire il capex. Ritiene che con queste basi la società sia ben posizionata per affrontare qualsiasi scenario di mercato?

"Si, abbiamo cercato da sempre di investire nella crescita assieme ad una rigorosa disciplina finanziaria, che ci consente di essere, da una parte, una delle aziende che ha un rapporto indebitamento/EBITDA più basso del settore, dall'altra ci ha permesso, con una dinamica sempre crescente di generazione di flussi di cassa, di poter incrementare costantemente il livello degli investimenti; mantenendo sempre un free cash flow positivo".

"Quest'anno il Gruppo ha investito circa 10 miliardi di euro - ha sottolineato De Paoli - mentre 4-5 anni fa la media degli investimenti era attorno ai 5,5-6 miliardi; siamo riusciti ad aumentare del 100% gli investimenti annuali mantenendo flussi di cassa positivi".

"Guardando anche questo momento di crisi, dove la liquidità delle aziende è piuttosto importante, abbiamo rifinanziato gran parte del debito, attraverso l'emissione di quasi 5 miliardi di bond legati agli obiettivi di sviluppo sostenibile dell'ONU; per cui nei prossimi due anni avremo solo 6 miliardi di scadenze di debito e una disponibilità di cassa che supera i 20 miliardi di euro. Affrontiamo questo momento di crisi con una disponibilità molto forte che ci consente di confermare i piani di investimento e i dividendi".

Enel ha ridotto il costo dell'indebitamento di 40 bps al 4,1%. Quali risparmi in termini di interessi? E come si confronta con la media del mercato?

"Nel 2015 questo gruppo aveva circa 38 miliardi di debito netto e pagava interessi di circa 2,5 miliardi, quest'anno abbiamo un debito netto di circa 45 miliardi, di cui 2-3 miliardi circa dovuti al cambiamento della modalità di accounting (applicazione principi IFRS 16, Ndr). Escludendo questa parte - ha affermato il CFO - l'aumento del debito è pari a circa 5 miliardi con interessi pari a circa 2,3 miliardi".

"L'incremento del debito e riduzione degli interessi proseguirà nei prossimi anni, in quanto gran parte delle emissioni future del costo del debito sono già state fatte nel corso dell'anno".

Parlando dei tassi applicati, il manager ha spiegato: "Abbiamo un costo del debito che è attorno al 4,1%, nel 2015 era al 5% e la proiezione al 2022 ci porta attorno al 3,8%. Se ci compariamo con altre realtà, il debito ha un costo leggermente superiore, perché la gran parte risale all'acquisizione di Endesa quando il costo del debito era elevato. La riduzione del costo del debito proseguirà fino a renderlo in linea con quello degli altri competitor".

La crescita del dividendo procede di pari passo con quella degli investimenti. Si può parlare di un'azienda in salute, proiettata alla crescita ed alla creazione di valore?
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"La politica crescita dei dividendi è cresciuta progressivamente a partire dal 2015", ha affermato De Paoli, spiegando che ciò è stato possibile grazie alla "garanzia di un dividendo minimo; pagato indipendentemente dal raggiungimento di un determinato livello di risultati".

"Si tratta - ha sottolineato - di un segnale che diamo al mercato in merito alla sicurezza del raggiungimento di risultati prefissati. Questa sicurezza è anche legata a come abbiamo cambiato i modelli di business. Gli investimenti, in particolare quelli per lo sviluppo sostenibile, hanno progressivamente portato risultati importanti, quali una riduzione generalizzata nel rischio e dei tempi di investimento, fino ad arrivare all'operatività, al miglioramento dei flussi di cassa e della redditività. Queste ricette ci consentono di pagare dei dividendi e di confermarli per il futuro; segnale di un Gruppo in salute".

Nell'ambizioso Piano un programma di investimenti focalizzato sulla transizione energetica e sulla decarbonizzazione. Come sta procedendo? Quali sono i risultati raggiunti nel 2019.


"Il 2019 ha rappresentato il turning point delle nostre strategie: innanzi tutto abbiamo raggiunto un nuovo record di capacità rinnovabile, con 3.000 Megawatt realizzati in tutto l'anno, più di quanto mai fatto nella nostra storia".

"Un altro avvenimento importante - ha aggiunto De Paoli - è rappresentato dalla produzione di energia da fonti rinnovabili che ha superato per la prima volta quella da fonti fossili; un punto di svolta per il Gruppo in vista della totale decarbonizzazione delle nostre attività previsto per il 2050. Per questo motivo abbiamo ridotto la capacità a carbone di oltre 4.000 Megawatt, avviando la riconversione di alcuni impianti".

Parliamo dell'emergenza sanitaria globale che ha dato un imput a modalità di lavoro da remoto con una quota che è salita per Enel dal 4% al 52%. Una straordinaria capacità di reazione dell'azienda. Quali sono i settori più coinvolti?

"Enel ha avviato che si preparava ad una trasformazione digitale da molto tempo, un processo di trasformazione digitale da molto tempo, attraverso un programma di oltre 5 miliardi di euro con l'obiettivo di raggiungere la digitalizzazione di tutte le attività nei prossimi tre anni ".

"Ciò ha portato a modificare tutta una serie di attività come ad esempio la gestione degli impianti di generazione e delle reti, poi c'è il cloud che ci consente di gestire tutta l'operatività del Gruppo nel mondo".

"Per questo motivo quando si è presentata l'emergenza abbiamo deciso di far lavorare più della metà dei nostri colleghi in modalità Smart working, non solo in Italia, ma anche negli altri Paesi, prima ancora che venissero adottate misure di contenimento. In questo momento possiamo garantire l'operatività del servizio elettrico, che è appunto uno dei servizi essenziali, e la salvaguardia delle persone che sono in campo".

"Inoltre, abbiamo sottoscritto una polizza assicurativa per gli oltre 68.000 dipendenti del Gruppo in tutti i Paesi in cui operiamo, in caso di ricovero per Covid-19. Attraverso la nostra onlus, Enel Cuore, abbiamo anche avviato in Italia un programma dal 23 milioni di euro per il sostegno alle attività di assistenza sanitaria, per la Protezione civile e per il terzo settore. Progetti simili sono stati avviati o stanno per partire anche nelle altre geografie dove siamo presenti; un importante e doveroso segnale di vicinanza e di aiuto alle comunità", ha concluso il manager.
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