Coronavirus, negativo e poi positivo: all'Aquila muore anziano arrivato dalla Lombardia

Il direttore di Anestesia e Rianimazione Franco Marinangeli
di Stefano Dascoli
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Lunedì 30 Marzo 2020, 11:19 - Ultimo aggiornamento: 13:14

 Nelle intenzioni avrebbe dovuto essere una delle storie a lieto fine della drammatica emergenza coronavirus. Una storia di solidarietà e vicinanza in una terra, l'Abruzzo, che ha conosciuto l'affetto sconfinato dell'Italia nel 2009, quando l'intera regione, e L'Aquila in particolare, furono messe in ginocchio da un sisma devastante.

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«Questo sarà il nostro modo per ripagare il Paese di ciò che ha fatto per noi» ha detto, era il 16 marzo, il direttore di Anestesia e Rianimazione dell'ospedale dell'Aquila, Franco Marinangeli. In quei giorni stava esplodendo in tutta la sua drammaticità il focolaio lombardo, con reparti al collasso, medici sotto assedio, morti a centinaia.

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L'ospedale aquilano, allora, non ha esitato a dire sì al trasferimento di un paziente di 75 anni, da Lodi. Una storia particolare, quella dell'anziano, arrivato prima a Roma con un volo militare allestito ad hoc e poi trasportato con un'ambulanza del 118 fino all'Aquila. ​Un paziente affetto da Covid-19, poi negativizzato, ma ancora in condizioni cliniche critiche.

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«Siamo felici - ha detto in quell'occasione Marinangeli - di poter essere di supporto all'emergenza nazionale: si è attivata una filiera molto complessa che necessità di organizzazione e sforzi considerevoli. Qui, all'Aquila, sappiamo cosa significa il sacrificio».

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L'uomo è rimasto ricoverato in Rianimazione, ma si è aggravato. A quel punto è stato sottoposto nuovamente a un tampone per verificare la presenza del coronavirus. La sorpresa è stata amarissima, glaciale: positivo. A quel punto l'anziano è stato trasferito nella struttura dedicata ai pazienti Covid-19, ma le sue condizioni sono via via peggiorate, fino alla morte. 

“Non sappiamo come sia successa la positività dopo la negativizazione - dice Marinangeli - non conoscendo bene questo virus, ci dispiace molto perché contavamo di farcela a salvare la vita a questo paziente provieniente dalla Lombardia che è la regione più colpita – sottolinea il professore -. Ce l’abbiamo messa tutta, come facciamo con gli altri". 

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Il sindaco, Pierluigi Biondi, ha voluto esprimere tutto il suo cordoglio, legando il pensiero proprio a quanto successo nel 2009, dopo il terremoto: "Condividiamo il dolore dei familiari, le loro lacrime sono le nostre, di una città che è stata abituata a soffrire. Una sofferenza ancora più insopportabile perché consumata senza il conforto di un ultimo saluto. Siamo tristi, ma non molliamo: combattiamo come è accaduto nel 2009 e negli anni dopo, consapevoli che anche dalle cose più brutte si può risorgere».

E così L'Aquila, venti positivi finora in tutto e una situazione apparentemente sotto controllo, fa ancora i conti con la morte e con una storia che, a differenza delle mille di solidarietà del post sisma, stavolta non ha avuto un lieto fine. 

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