In Cina per il Capodanno, non riesce a rientrare dalla famiglia a Villadose

Angela Qin è bloccata in Cina
di Mirian Pozzato
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Lunedì 30 Marzo 2020, 05:00
VILLADOSE - Dai primi di gennaio Angela Qin, cinese, ma villadosana di adozione sposata con Francesco Vallese e con un bambino di quattro anni, si trova nel suo villaggio nella provincia di Hubei. Avrebbe dovuto rimanere tre settimane per il capodanno cinese, ma il dilagare del Covid-19 l’ha bloccata nel suo villaggio. Lei sta aspettando di avere un volo confermato per poter rientrare in Italia ma intanto passa il suo tempo nella sua casa dove studia, lavora, fa sport e pratica lo yoga. «Sto bene – racconta Angela, mi manca tanto il mio piccolino. Con questo virus non posso fare niente e devo aspettare che passi tutto ed avere un volo confermato. Leggendo le news mi preoccupo tanto per voi tutti, per gli amici del gruppo di Yoga e per tutta l’Italia. In Cina la situazione sta migliorando, in questi giorni nessun nuovo caso tranne i casi importati dall’estero. Le persone cominciano a tornare in città a lavorare portando le maschere. Anche tanti giovani nel mio villaggio stanno preparando i certificati di salute per tornare al lavoro in città».

I MEDICI
Tanti team di medici di supporto da altre province stanno lasciando Hubei dopo circa due mesi di lavoro insieme a quelli locali. Al villaggio di Angela la gente comincia a preparare la terra per piantare le coltivazioni. «Ripenso a due mesi fa quando pochi giorni dopo la grande festa cinese il governo ha deciso di chiudere tutte le strade, negozi, fabbriche. prima è stato chiuso tutto in Hubei, dopo anche nelle altre province. C’erano tante macchine bloccate per strada e tante persone bloccate a casa di amici e di parenti. Una mia nipote è bloccata a casa della nonna da all’ora e studia tramite internet. Al villaggio non potevamo andare dagli altri. Ogni giorno dobbiamo misurare la temperatura corporea e segnalarla nel gruppo wechat del villaggio. Se c’è qualcuno che non si sente bene, ha febbre più di 37,3, difficoltà respiratorie, ha tosse ed è senza forze, deve contattare il dottore o l’ufficio del villaggio subito. Per fortuna, nel nostro villaggio non ci sono casi di covid-19».

PREOCCUPAZIONE
La preoccupazione e la pressione sono state molto forti. «Il pensiero va ai medici, agli infermieri, alle persone che lavorano negli ospedali, ai leader che organizzano tutto per combattere il virus, chi va per le strade a controllare le macchine. -La cosa che dobbiamo fare noi è troppo facile e senza pericolo: stare a casa e portare la maschera. Non c’è nessuna ragione per non ascoltare il governo. La vita è più importante della libertà in questo caso».
La provincia di Hubei è stata la più colpita dal virus. Il governo ha organizzato che un’altra provincia cinese doveva supportare una città dell’Hubei. Wuhan è stata supportata da tante province. «Per migliorare la situazione delle mancate forniture mediche, tante fabbriche hanno cambiato la linea di produzione per produrre le maschere e gli indumenti protettivi. In televisione anche qua si parlava sempre di Covid-19, ci insegnavano come portare le maschere, come mangiare bene, le verdure, la frutta, lavare sempre le mani, non uscire, stare calmi e allegri».

L’ITALIA
In contatto tramite i social e il telefono con la famiglia italiana Angela ha potuto seguire l’evolversi della pandemia in Italia. «Ho letto le news, la situazione in Italia è grave, e sono morte tante persone vecchie, i medici non sono abbastanza protetti, non so come farà il governo italia. Noi come persone normali non possiamo aiutare a salvare i malati, possiamo stare a casa a studiare e lavorare, fare sport a casa, andare meno possibile al supermercato portando le maschere».
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