Si tratta di Loris Evangelisti, ex bidello di Bergantino, originario di Ficarolo, che avrebbe compiuto 76 anni fra meno di un mese e che era stato ricoverato e sottoposto a un intervento per un problema cardiologico all’ospedale veronese di Legnago, venendo dimesso il 18 marzo.
«Non aveva eseguito il tampone durante il ricovero - chiarisce Compostella - perché non c’erano stati elementi che facessero presagire il rischio Coronavirus. Era tornato a domicilio e ha iniziato a manifestare sintomi con una situazione che è evoluta molto rapidamente. Non era un caso a noi noto e il 27 marzo è arrivato in gravissime condizioni dal punto di vista dell’insufficienza respiratoria al Pronto soccorso di Rovigo. È stato rianimato, ma dopo poco è deceduto. Il tampone è stato eseguito dopo la morte ed è poi arrivato il risultato di positività. In Pronto soccorso è stato gestito dai nostri operatori, dotati di una protezione completa per trattare queste situazioni e hanno agito in piena sicurezza».
SECONDO CASO IN PAESE
Si tratta del secondo decesso registrato a Bergantino dopo quello della 91enne Bruna Trentini. Il sindaco Lara Chiccoli, pur precisando di non aver ancora ricevuto comunicazioni ufficiali sulla positività del concittadino che si è spento lasciando la moglie e un figlio che lavora in un’altra provincia, non nasconde la pesantezza del dato statistico: «Credo possa dipendere anche dalla posizione geografica di Bergantino, al confine con altre province che hanno numeri importanti e gravi dal punto di vista dei contagi. Infatti entrambi i casi risulterebbero aver origine in altri territori, il primo nel Mantovano, dove lavora il figlio dell’anziana, e il secondo nel Veronese dove l’uomo era stato ricoverato, anche se tutto al momento è da confermare. Una persona che non conoscevo personalmente, ma che era molto attiva anche nel volontariato».
A Bergantino, dove sabato è stato effettuato un lavaggio con sanificazione di strade e marciapiedi, è particolarmente delicata anche la situazione relativa al Distretto della giostra. «Spero che i nostri imprenditori riescano a ripartire, sono sicura che hanno la capacità di farlo, ma certamente non possono essere lasciati da soli», sottolinea il sindaco.
LE VITTIME
I decessi di residenti in Polesine con positività riscontrata al Coronavirus, quindi, salgono a tre, perché oltre ai due residenti a Bergantino c’è da registrare anche quello del 90enne di Occhiobello Gianfranco Bovo, ma erano polesani anche Ferruccio Zerbinati, 85 anni, di Concadirame, uno dei tanti morti fra i ricoverati nella casa di riposo di Merlara, e Severino Siviero, 57 anni, di Porto Viro, anche se da anni viveva a Cento. Sul fronte delle guarigioni, il loro numero resta fermo a sette, anche se Compostella spiega che ci sono due pazienti in attesa del tampone di conferma. I due nuovi contagiati emersi ieri, invece, sono quelli di un 47enne bassopolesano che lavora nel Trevigiano e che alla comparsa dei sintomi ha contattato l’Ulss ed è stato messo in isolamento, ricevendo il riscontro del tampone ieri mattina, e quello di una 31enne altopolesana che ha avuto contatto con un caso positivo e che era stata posta in isolamento già da due settimane, quando è stata ricostruita la catena relazionale del paziente positivo.
«Questo è emblematico del nostro modo di operare», puntualizza Compostella che rimarca come ieri fossero «585 le persone in isolamento domiciliare, cresciute ulteriormente: questo numero alto è quello che mette in potenziale sicurezza tutta la collettività».
I NUMERI
Dal punto di vista clinico, alle 14 di ieri i pazienti con Coronavirus ospedalizzati erano 36: 12 in Pneumologia e nella Terapia Semi-intensiva dell’ospedale di Rovigo, due nel reparto di Malattie infettive, sempre a Rovigo, anche se come ha spiegato il dg dell’Ulss, già nei prossimi giorni dovrebbero essere tutti trasferiti a Trecenta, mentre proprio al San Luca tredici pazienti sono nell’Area Covid non critica e nove invece, in Terapia Intensiva Covid.
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